venerdì 14 agosto 2015

TEORIE SUL SESSANTOTTO. M. FAGOTTO, Ma Orsina e Quagliariello lo sanno di chi stanno parlando?, 14 agosto 2015

Nell'articolo su Sessantotto di A. Carioti ( http://kikukula5.blogspot.it/2015/08/teorie-sul-sessantotto-cariotiil.html) c'è, ad un certo punto, un riferimento ad un passo sulle spinte libertarie e destabilizzanti che le tendenze ideologiche di quegli anni avrebbero prodotto nel tempo. 
Si cita, ad un certo punto, lo storico Giovanni Orsina, "che nel 2005 ha curato con Gaetano Quagliariello un volume dal titolo La crisi del sistema politico italiano e il Sessantotto (Rubbettino):    «In un Paese con un debole senso dello Stato, la contestazione di ogni autorità e tradizione ha finito per assecondare e accentuare le spontanee tendenze anarcoidi degli italiani, scassando ulteriormente un sistema istituzionale già molto fragile, fino a rendere la società ingovernabile. Sul piano del costume si è giustamente posto l’accento sull’autodeterminazione dell’individuo, ma purtroppo è stato trascurato il correlativo principio di responsabilità. Così ha preso piede una concezione della libertà disgiunta da qualsiasi indirizzo etico, che reclama sempre più diritti e non vuol sentir parlare di doveri».




Il passo è esilarante se si considera che Quagliariello militava negli anni in cui queste righe vengono scritte proprio in Forza Italia, cioè nel partito in cui molti dei comportamenti del suo famoso leader sono stati interpretati come gli esiti più riusciti della mentalità sessantottina.
"Debole senso dello stato", "spontanee tendenze anarcoidi degli italiani", "la contestazione di ogni autorità e tradizione"?
 Si legga il breve ed intenso libello di M. Perniola, Berlusconi o il '68 realizzato, (ora anche in Perniola M., Da Berlusconi a Monti, Mimesis, 2012) e si capirà qualcosa della storia italiana degli ultimi 50 anni.
E per ciò che riguarda le spinte libertarie e libertine "disgiunte da qualsiasi indirizzo etico": nessuno ricorda più il Bunga bunga? Nessuno ricorda più le difese anti-puritane che G. Ferrara fece di quelle vicende?
Sarebbe meglio che, in certi casi, gli autori riaggiornassero le loro affermazioni, aggiungessero gli esempi che la storia e la cronaca mettono continuamente a disposizione, anche quando questi fatti sembrano imbarazzanti perchè provengono da ambienti particolarmente famigliari.

Nessun commento:

Posta un commento