mercoledì 5 agosto 2015

GOVERNO RENZI. UNA LETTERA DA ARCHIVIARE. REDAZIONE, Renzi ai parlamentari di maggioranza: "Mai così tante riforme, a settembre taglio delle tasse", LA REPUBBLICA, 5 agosto 2015

ROMA - "Lo dico senza giri di parole: avete fatto un lavoro straordinario ed è giusto rendervi merito. Mai il Parlamento italiano in 70 anni di storia aveva lavorato così tanto e così intensamente. E nessun Paese europeo ha mai fatto - tutte insieme - così tante riforme". Lo scrive il presidente del ConsiglioMatteo Renzi in una lettera indirizzata ai parlamentari del Partito Democratico e della maggioranza che sostiene il governo nel quale elogia il lavoro svolto in questi mesi dai deputati e senatori che sostengono l'esecutivo. La lettera è stata inviata attraverso i capigruppo di Camera e Senato.



E per l'autunno torna a rilanciare quella riduzione delle tasse già annunciata nei giorni scorsi all'assemblea del Pd: "Ci rivedremo al rientro a Roma, pronti da subito per una legge di Stabilità che proseguirà nel taglio delle tasse". E chiama a raccolta i parlamentari anche per "mettere la parola fine alla lunga stagione delle riforme costituzionali in attesa del referendum del 2016. Non sarà facile, perché niente è facile in Italia. Ma sarà entusiasmante".

Il premier ha scritto ai parlamentari prima delle "meritate" vacanze, ringraziandoli del "lavoro straordinario" fatto. "Dopo che la legislatura si era aperta nel segno dell'immobilismo, perchè tutti sappiamo (anche quelli che fingono di essersene dimenticati) che se si è cambiato Governo è perchè la palude aveva bloccato l'azione dell'esecutivo, quest'anno - grazie a voi, a ciascuno di voi - ha visto una svolta impressionante". Un elogio motivato anche col superamento dello scoglio dell'elezione del Presidente della Repubblica: "Inutile ribadire che avete anche superato con grande visione e senso dello stato il passaggio, molto difficile per i motivi che tutti ricordiamo, dell'elezione del Presidente della Repubblica. Se quello era un esame di maturità, il Parlamento lo ha superato con la lode".

Il premier-segretario ha voluto ricordare i traguardi raggiunti anche dal punto di vista economico: "L'Italia sta meglio di un anno fa". E aggiunge: "L'Italia non è più il problema dell'Europa ma contribuisce a risolvere i problemi dell'Europa: la comunicazione sulla flessibilità permette margini di manovra fino a un punto di PIL e la recente vicenda greca ci ha visto come protagonisti di una mediazione cruciale per la Grecia ma forse anche per l'intera area Euro".

Renzi ha voluto sottolineare i dati sulla timida ripresa economica degli ultimi mesi: "Dopo undici trimestri negativi il Pil è tornato a crescere. Il turismo cresce soprattutto al sud, come dimostrano anche i dati di oggi. Gli investimenti diretti esteri nel 2014 crollano in Europa (-17%) e aumentano in Italia (+31%) segno che il nostro Paese è finalmente di nuovo attrattivo". Insomma, scrive il premier "I consumi tornano finalmente a crescere, i posti di lavoro aumentano anche se ancora non con l'intensità che vorremmo, i mutui e i movimenti bancari dimostrano che la ripresa non è una chimera. Detta in modo semplice: l'Italia sta meglio di un anno fa. Gli italiani lo devono anche grazie al vostro impegno".

Infine non poteva mancare un attacco alle opposizioni: "Il futuro dei nostri figli è nelle nostre mani. Possiamo fare come fanno i nostri oppositori: urlare soltanto, abbaiare alla luna, gridare nei talk show. Oppure rimboccarci le maniche, non cedere al piagnisteo e cambiare ciò che va cambiato, restituendo fiducia, trasmettendo speranza". Un richiamo, seppur vago, a quel 'piagnisteo' che troppo spesso, secondo il premier, accompagna le discussioni sui problemi del Mezzogiorno.

Forte il richiamo alla speranza: "Pensate - aggiunge il presidente del Consiglio - ai vostri figli, vi prego. Per un decennio ci hanno raccontato che l'Italia era finita, spacciata, esaurita. E ancora oggi nel racconto comune a tutte le opposizioni va tutto male, c'è solo crisi, il Paese è a rotoli. Non è così, naturalmente. E aggiunge: "Abbiamo molto da fare, ma l'auto si è rimessa in moto e adesso tocca a noi guidarla: con prudenza
ma anche con determinazione verso il futuro che la sta già aspettando. Siete voi il cambiamento che l'Italia stava aspettando. Tutti ci dicevano che sarebbe stato impossibile rimettere in piedi questo Paese. Noi stiamo dimostrando che non lo era".

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