domenica 18 giugno 2017

ITALIA OGGI. UN PAESE -DI NUOVO- IN VIA DI SVILUPPO SENZA PROGRESSO, 18 giugno 2017

Che cosa caratterizza, in genere, un Paese cosiddetto "in via di sviluppo"?
Una serie di contraddizioni, di fenomeni in cui si intreccia il vecchio che scompare e il nuovo che avanza:



la corruzione che dilaga a tutti i livelli senza che una classe dirigente, riconoscibile ed autorevole, cerchi di fermarla anche perché è essa stessa fonte del problema;
la difficoltà di far emergere e far accettare in pieno la legittimità di un potere autenticamente moderno (legale-razionale?): meglio far posto al carisma o alla tradizione;
il consumismo  sfrenato e non rispettoso né dei gusti né dell'ambiente che, anzi, appare sfigurato dal sordido ed esibizionistico uso di ville e villotte, di SUV e da un quantitativo di automobili mai visto prima che si muove in un caos perenne ed indefinibile;
la volgarità di massa, fra cellulari e tatuaggi, che soppianta definitivamente ogni speranza di buon gusto e di rispetto anche nelle relazioni più ordinarie e quotidiane;
le strade che giacciono in uno stato di degrado totale così come la pratica della manutenzione degli spazi pubblici;
forme di fanatismo e di irrazionalismo che dominano l'informazione e la cosiddetta comunicazione social;
razzismo e xenofobia accanto a forme di  sfruttamento del lavoro schiavile tollerato ed esibito;
la difficoltà di chi intende denunciare (si fa per dire) le pratiche di ricatto e di sfruttamento che dilagano nel mondo del lavoro contemporaneo; cosa che si può fare a condizione di farsi riprendere incappucciati o con la voce distorta nello stile che abbiamo ricordato decenni fa quando a farlo erano, però, mafiosi pentiti  o persone che intendevano uscire da quel mondo.
Pensavamo di esserci "sviluppati" negli anni Sessanta? Pasolini parlò, in quegli anni di "sviluppo senza progresso", cosa che, forse, riusciamo a capire solo adesso e con gravissimo ritardo.




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