sabato 6 ottobre 2018

FRA EMOZIONE E RAGIONE. IL GOVERNO IN CARICA LA REAZIONE EUROPEA E IL PRINCIPIO DI REALTA' (SOCIALE). L. VIOLANTE, Il governo e i limiti imposti dalla realtà, CORRIERE.IT, 6 ottobre 2018

Chi governa deve misurarsi con tre principî di realtà: nessuno Stato si muove nel vuoto; ogni potere politico trova un limite nella Costituzione; le aspirazioni diventano diritto solo attraverso il filtro delle regole. L’esecutivo non ne sta tenendo conto.

Denigra i leader europei che esigono da noi, come da ogni altro Paese, il rispetto dei principî dell’Unione. Tratta come nemici coloro che hanno il dovere di far rispettare le regole di bilancio fissate in Costituzione. Manifesta indifferenza nei confronti delle reazioni di chi dovrebbe comprare i titoli pubblici italiani; ma quegli acquisti permetterebbero ai ministeri di disporre delle risorse per finanziare gli impegni presi nei confronti dei cittadini. Non si tratta di inesperienza, ma di un diverso modo di esercitare le funzioni di governo. È il primo esecutivo totalmente immerso nel mondo dei social, nel quale l’emozione prevale sulla ragione. È il primo esecutivo che assume su di sé non solo la rappresentanza politica, ma anche la rappresentanza morale del popolo attraverso proposte che hanno come denominatore prevalente un principio etico che prescinde dalla fattibilità. Il principio etico fidelizza l’elettorato attuale e mobilita quello potenziale; rende «impuro» il dissenziente; ha il pregio di non poter essere contestato sul piano politico, che apparirebbe una difesa dell’«impuro». È il primo esecutivo che non è parte delle élites del Paese, ma anzi si schiera visibilmente contro. Essere élites non è un privilegio, è una responsabilità. Quella parte delle élites che ha goduto di benefici effettivamente irragionevoli va colpita. Ma questo non autorizza a coltivare il mito distruttivo delle due nazioni, quella del popolo, buona per definizione, e quella delle élites, predatoria per definizione.

L’abile esercizio di queste tecniche di governo fa crescere il consenso politico mentre gli oppositori non riescono a trovare un punto di equilibrio tra il moralmente giusto e il politicamente doveroso. Tuttavia il governo, se intende fare il bene del Paese, obbiettivo non discutibile, deve trovare un punto di equilibrio tra emozione e ragione. Non può fondare i propri provvedimenti solo su principî morali che, essendo non negoziabili, ostacolano il confronto tra diversi che è la regola fondamentale della democrazia. Inoltre trascurare gli investitori, insultare i colleghi europei, minacciare chi ha competenza ed esperienza, rompere pregiudizialmente l’unità della nazione non porta lontano. Il governo non vuole farsi catturare dalla realtà e ha ragione; ma la realtà, come ha insegnato Gramsci, può essere trasformata solo quando la si conosce e la si rispetta.

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