giovedì 29 agosto 2019

VERSO IL NUOVO GOVERNO. I PUNTI PROGRAMMATICI. F. STEFANONI, Governo Conte bis, il confronto tra il programma Pd-M5S e il contratto Lega-M5S. Via la flat tax, Sicurezza da correggere, sì a web tax, CORRIERE.IT, 29 agosto 2019

Due pagine contro 58. Anche il documento programmatico sottoscritto da Pd e M5S da consegnare a Giuseppe Conte segna un cambio di passo rispetto alla modalità con cui si formò nella primavera 2018 il governo a maggioranza Lega e M5S. Accordi politici quelli attuali, contro i vincoli notarili di allora. Nel maggio 2018, il contratto sottoscritto da Matteo Salvini e Luigi Di Maio conteneva infatti 30 punti spiegati in 58 pagine. In dettaglio, e con frasi che impegnavano le parti al rispetto dell’accordo, si entrava nel merito di temi come l’autonomia regionale, il reddito di cittadinanza, lo stop alla legge Fornero sulle pensioni, la sicurezza compresi interventi su campi nomadi e occupazioni abusive, tagli ai costi della politica e delle istituzioni incluso il numero dei parlamentari, il fisco con la flat tax e la semplificazione del sistema, la difesa personale sempre legittima, il conflitto d’interessi, le banche inclusa la tutela del risparmio, la sterilizzazione dell’Iva, l’immigrazione con rimpatri e stop al business dei salvataggi. Se in alcuni casi i temi erano stati trattati in modo generico, in altri c’era stata maggiore precisione: «Con riguardo alla Linea ad Alta Velocità Torino-Lione, ci impegniamo a ridiscuterne integralmente il progetto nell’applicazione dell’accordo tra Italia e Francia». L’idea del contratto di governo veniva dall’esperienza tedesca, ma sull’interpretazione da dare ai vari punti del contratto e sulla rigidità dei vincoli, tra M5S e Carroccio erano sorte molte polemiche e scontri.




Immigrazione e salario minimo
Adesso, i Cinque Stelle hanno accettato un modello più stringato, pragmatico ma anche più generico, condiviso dai dem, come segnala il Sole 24 ore. In cima alle priorità di azione del nascente governo Conte bis, la maggioranza giallorossa ha collocato il taglio del cuneo fiscale (indicatore che indica il rapporto tra tutte le imposte sul lavoro e il costo del lavoro complessivo), lo stop all’aumento dell’Iva, la modifica dei decreti di Sicurezza (come indicato da Sergio Mattarella), una nuova legge sull’immigrazione, modifiche alla legge elettorale, taglio del numero di parlamentari, web tax, aumento degli investimenti 4.0, il salario minimo e l’acqua pubblica cari ai Cinque Stelle, riforma della giustizia e delle concessioni autostradali care ancora ai pentastellati. Il programma M5S-Pd prevede la richiesta di maggiore flessibilità con la Ue sul deficit, e numeri di manovra economica che, tra stop all’Iva e spese indifferibili, partirebbero da una base di 25-26 miliardi, senza più avere il compito di cercarne altri 10-15 per la flat tax. Se il deficit tendenziale si aggirerà sull’1,6%, si dovrebbe rimanere già a 10 miliardi sotto il 2,1% indicato per il 2020 dal Def.

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