Tre giorni, dal 6 all'8 settembre, per tornare a studiare laddove centinaia di dirigenti e funzionari del vecchio Partito comunista venivano mandati ad apprendere i fondamentali del marxismo. Cioè alla frazione delle Frattocchie, comune di Marino, a una ventina di chilometri da Roma. Ad organizzare la scuola estiva "Il ritorno della politica" sono Patria e Costituzione e Senso Comune, due gruppi della sinistra radicale con solide relazioni internazionali. Centocinquanta "alunni" - i quali hanno pagato 150 euro per partecipare con anche l'alloggio per la notte - e trenta relatori.
"Per fare politica dalla parte di chi lavora serve un grande sforzo di educazione collettiva", dice Stefano Fassina, parlamentare di LeU e uno degli organizzatori. La scelta simbolica del luogo non è ovviamente casuale. Alle Frattocchie aveva sede l'Istituto di studi comunisti "Palmiro Togliatti" e chiuse nel 1993. Il corso durava fino a tre mesi. Qui invece saranno solo tre giorni, ma il programma è ampio. Tra i professori, ci saranno Iñigo Errejón, ex numero 2 di Podemos; Manuel Bompard, europarlamentare France Insoumise, Idoia Villanueva di Podemos, il deputato della Linke (la sinistra radicale tedesca) Fabio De Masi. E poi, tra gli altri: l'ex ministro Fabrizio Barca, il presidente dell'Inps Pasquale Tridico, il politologo Gianfranco Viesti.
Si parlerà di lavoro, socialismo, sovranità, moneta unica, immigrazione, femminismo, società e potere nell'era digitale. "Cosa sta avvenendo alla politica - si legge nella presentazione dell'evento - in questi tempi così convulsi? Quali sono i problemi centrali da affrontare in questi tempi di impoverimento e insoddisfazione? Come possiamo rispondere al peggioramento delle condizioni di vita nelle periferie del paese? Quali sono le forme più efficaci di comunicazione per rappresentare le domande dei lavoratori e delle classi popolari? Come ci si destreggia tra i mille strumenti digitali con cui ogni giorno si parla di politica?". Dare delle risposte non sarà semplice, ovviamente, ma l'obiettivo principale è quello formativo, così poi da darsi un'organizzazione che si regge su quadri politicamente formati. Ragiona infatti Fassina: "Una delle principali è la necessità di tornare a formare classi dirigenti all’altezza delle sfide di fase ed al contempo autonome dai centri di potere tradizionali. L’oligarchia è già dotata di meccanismi propri di formazione delle classi dirigenti: grandi corporazioni e banche, televisioni pubbliche e private, partiti patrimonialisti. I soggetti politici che intendono rappresentare i bisogni più profondi delle classi subalterne sono chiamati ad uno sforzo ingente di formazione dei propri quadri dirigenti e di ri-politicizzazione delle istanze che provengono dal basso della società".
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