domenica 29 luglio 2012

'POLITICI' ITALIANI DA DIMENTICARE. PARLAMENTARI ITALIANI ED ASSENTEISMO. SANTARPIA V., Nel 2012 assente un deputato su cinque, IL CORRIERE DELLA SERA, 29 luglio 2012

Aumenta il disimpegno dei deputati nell'era della "strana" maggioranza. Il record dei Responsabili, nel Pd i più assidui

Ghedini: l'avvocato del Cavaliere ha partecipato, da dicembre a giugno, a una sola votazione, a gennaio, su un totale di 1.026.



ROMA - Prima c'era solo lui, o quasi, in testa alla classifica: Antonio Gaglione, il chirurgo pugliese del Pd, riuscì a far imbestialire anche Rosy Bindi per il record di assenze alle votazioni della Camera e dovette allontanarsi dal partito. Ora, con un 85% di voti mancati per il Gruppo misto, non ha più lo scettro di Mr Assenteismo: lo confermano gli ultimi tabulati della Camera, rielaborati dall'agenzia di stampa Dire . A strappargli il titolo sono stati Niccolò Ghedini e Silvio Berlusconi del Pdl. L'avvocato del Cavaliere ha partecipato, da dicembre a giugno, a una sola votazione, a gennaio, su un totale di 1.026. Berlusconi ha votato solo due volte, a gennaio e nel mese di febbraio.
Ma sono decine i deputati che hanno disertato sistematicamente i lavori d'Aula: il tasso di assenteismo medio a Montecitorio, complice forse l'ampia e strana maggioranza Pdl-Pd-Terzo polo che «blinda» sulla carta l'approvazione dei provvedimenti, è del 20,05% nel periodo in esame del governo Monti. Come se da dicembre 2011 a tutto giugno 2012, un quinto dei 630 deputati, e parliamo di 126 parlamentari, non si fosse mai presentato a votare. La maglia nera delle presenze va ai deputati di Popolo e territorio, che, a dispetto del nome con cui erano nati politicamente («I Responsabili»), hanno disertato l'Aula, in sette mesi, 33,7 volte su 100. Cade dalle nuvole il capogruppo Silvano Moffa: «Ci sono deputati che non brillano per la presenza e altri che fanno di tutto per partecipare alle commissioni e alle votazioni, come faccio io», minimizza. Pronto a bacchettare qualcuno? «No, però farò sicuramente una ricognizione, perché ho sempre pensato che sia importante esserci, votare, fare il proprio dovere».
Intanto i «bocciati» delle presenze sono in buona compagnia. Il secondo posto spetta al Gruppo misto, dove i deputati si attestano sul 30% di assenze. Medaglia di bronzo ai finiani, che nel 25% dei casi non hanno partecipato alle votazioni. Poco dopo il Popolo della libertà, che si attesta al 22,8%, seguito dall'ex alleato, la Lega Nord, che, nonostante le disavventure interne, ha timbrato il cartellino con una certa costanza, disertando l'Aula solo il 14,4% delle volte. I deputati dell'Udc sfoggiano un 13% di assenze, mentre l'Italia dei valori si colloca subito dopo, con il 12% di deputati che non hanno risposto all'appello del voto. I più virtuosi? I Democratici, che con il 9,5% di mancanze alle votazioni chiudono l'amara classifica.
Un'allergia, quella ai banchi parlamentari, che sembra accentuata dal caldo degli ultimi mesi. Andando a considerare solo quello di maggio, infatti, sono diversi i deputati che hanno toccato o sfiorato quota 100%, ovvero che non si sono mai fatti vedere in Aula. Come Silvio Berlusconi, Ignazio La Russa, Niccolò Ghedini, Simone Di Cagno Abbrescia, del Pdl. Ma anche Umberto Bossi e Marco Reguzzoni della Lega, e Gianfranco Micciché del Gruppo misto. Non sono da meno Denis Verdini (99,24% di assenze), Michela Vittoria Brambilla (98,10%), Giulio Tremonti (97,34%), Vincenzo Barba e Maria Rosaria Rossi (96,20%), Antonio Angelucci (93,16%), tutti del Pdl. A giugno, ricorrono più o meno gli stessi nomi. Ad anticipare le «vacanze» Berlusconi, La Russa, Ghedini, che continuano a non votare, raggiunti da Verdini e Tremonti. Fantasmi dell'Aula, come Micciché, Luca Barbareschi (Gruppo misto) e Marilena Parenti, del Pd, subentrata il 7 giugno ad Antonello Soro. E come Massimo Calearo (Popolo e territorio), che d'altra parte aveva detto qualche mese fa che in Parlamento non ci andava quasi più, e che lo stipendio da deputato gli serviva a pagare un mutuo. «C'è una demotivazione generalizzata per la situazione politica - prova a spiegare Moffa -. Ma chi non fa di tutto per essere presente sarà bocciato: non da me, dagli elettori».

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