martedì 24 luglio 2012

RIFORME ALL'ITALIANA. SEMI-PRESIDENZIALISMO APPROVATO AL SENATO. REDAZIONE ONLINE, Semi-presidenzialismo, via libera del Senato, IL CORRIERE DELLA SERA, 24 luglio 2012

Si ricompatta l'asse Pdl-Lega sulla riforma elettorale. Leader Pdl: «Contrari ad elezioni anticipate». Strappo di Pisanu




Via libera a semi presidenzialimo: con una serie di votazioni lampo, nel giro di mezz'ora, l'aula del Senato ha approvato un pacchetto di emendamenti Pdl sul semi presidenzialismo che prevede l'elezione diretta del capo dello Stato. La norma è passata con i voti di Pdl, Lega e Coesione nazionale. Giuseppe Pisanu e Giuseppe Saro del Pdl si sono astenuti. Pd e Idv hanno abbandonato i lavori per protesta mentre Udc, Api hanno votato contro e Fli si è astenuta. Il voto conferma l'asse Pdl-Lega che si era riformato dopo il voto sul Senato federale. «Speriamo che il Pd non faccia perdere questa grande occasione agli italiani» ha commentato il segretario del Pdl, Angelino Alfano. «Non poniamo termine a questa legislatura - ha aggiunto - ma c'è necessità di approvare subito una legge elettorale e di andare al voto la prossima volta con un Paese in cui i cittadini possano scegliere il proprio deputato e il proprio senatore».
STRAPPO DI PISANU -Strappo di Giuseppe Pisanu dal Pdl sulle riforme costituzionali. L'ex ministro dell'Interno si è astenuto sul pacchetto di emendamenti Gasparri-Quagliariello sul semi presidenzialismo. «Io continuerò a sostenere il testo concordato» dalla maggioranza Abc. «Sono favorevole al semi presidenzialismo, ma ritengo che la via seguita in questa sede sia sbagliata». Per il senatore del Pdl, «una riforma così impegnativa infatti avrebbe richiesto un ampio dibattito. E invece ci siamo trovati con una manciata di emendamenti presentati in aula contro l'opinione della larga maggioranza che si era raccolta attorno al'originario pacchetto di riforme».
A CAPO DEL GOVERNO- Il pacchetto di norme appena approvato - a firma del capogruppo Pdl Maurizio Gasparri e del vice Gaetano Quagiariello - stabilisce che «il presidente della Repubblica è il capo dello Stato» e presiede il Consiglio dei ministri «salvo delega al primo ministro». Il capo dello Stato conserva il potere di nomina del primo ministro. Quest'ultimo, però, proporrà la nomina e la revoca dei ministri.
ELEZIONE DIRETTA - In base agli emendamenti approvati dal Senato, il capo dello Stato viene «eletto a suffragio universale e diretto» da tutti i cittadini che hanno compiuto la maggiore età. Il capo dello Stato è eletto per «cinque anni. Può essere rieletto una sola volta».
CSM - Il pacchetto di emendamenti sul semi presidenzialismo modifica anche l'articolo 87 della Costituzione stabilendo che il presidente della Repubblica non sarà più a capo del Csm. A presiedere il Csm, così prevede l'emendamento all'articolo 11 del testo sulle riforme costituzionali approvato subito dopo, sarà il primo presidente della Corte di Cassazione.
SOLO UN PRIMO PASSO - Per divenire effettiva, una modifica costituzionale necessita del doppio passaggio in entrambe le Camere. Ma a Montecitorio il partito di Silvio Berlusconi e il Carroccio rischiano di non avere la maggioranza. Inoltre, una riforma non approvata a maggioranza qualificata, cioè coi due terzi, può essere sottoposta a referendum confermativo. L'intesa tra Pdl e Lega sulla questione delle riforme costituzionali, comunque, sta agitando la maggioranza che sostiene il governo tecnico guidato dal premier Mario Monti.

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