sabato 10 agosto 2013

FEMMINICIDIO. SILVIA BAROCCI, Stretta sul femminicidio, luci e ombre del decreto, IL MESSAGGERO, 10 agosto 2013

ROMA Di fronte a un fenomeno così grave come lo stalking e la violenza in ambito familiare l'attenzione del legislatore era doverosa. Ma all'indomani dell'approvazione del decreto legge sul femminicidio non sono pochi gli avvocati matrimonialisti e i giuristi che si interrogano sulle novità introdotte, soppesandone pro e contro. L'intervento più apprezzato è indicato nella corsia preferenziale e nella costante informazione alle parti offese sullo svolgimento dei procedimenti penali, nonché nell'intervento sulle aggravanti. Maggiori dubbi,invece, vengono sollevati sull'irrevocabilità della querela da parte della vittima di stalking e sull'anonimato garantito a chi segnali un atto di violenza alle forze di polizia.



A dare voce alle luci e alle ombre di questo provvedimento sono il presidente dell'Associazione avvocati matrimonialisti, Gian Ettore Gassani, e l'avvocato Antonella Tomassini, del foro di Roma. Gassani è il più critico, tanto da arrivare ad auspicare che il presidente Napolitano «non firmi il decreto» o che vi sia una radicale modifica del testo in sede parlamentare. Specialmente su tre punti: l’anonimato della denuncia («è vietata dall’art.333 del codice di procedura penale»); l’intervento delle forze dell’ordine per l’allontanamento urgente del coniuge o familiare ritenuto violento («i maltrattamenti devono essere verificati dal magistrato»); infine l’irrevocabilità della querela delle persone vittime di atti persecutori.

Di tutt’altro avviso l’avvocatessa Tomassini: «Questa legge ha molti aspetti positivi, come l’arresto in flagranza in caso di stalking. Un segnale andava assolutamente dato. Per mia esperienza gli interventi delle forze dell’ordine spesso sono tardivi. Nel frattempo, a farne le spese sono le donne». In guerra e in amore tutto è permesso, dice il proverbio. Ma quando per amore si finisce in guerra le armi usate sono devastanti, soprattutto se di mezzo ci sono figli minori. I matrimonialisti riferiscono di false o strumentali denunce di stalking o violenza presentate da uno dei due coniugi per far sì che, in sede di separazione, il giudice rifiuti l’affido condiviso dei figli.

«E’ vero - ammette l’avvocato Tomassini - ho assistito donne che hanno accusato falsamente i propri mariti. Personalmente, però, mi sento più di stare dalla parte della donna che rischia di essere uccisa dal marito anziché del marito che finisce ingiustamente in galera e che poi potrà essere tirato fuori da un bravo avvocato». Appunto, un bravo avvocato. Non tutti possono permetterselo.

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