mercoledì 10 settembre 2014

EUROPA. SCOZIA VERSO L'INDIPENDENZA. E. FRANCESCHINI, Scozia, capitali in fuga, LA REPUBBLICA, 10 settembre 2014

LONDRA – In Scozia è cominciata la fuga di capitali. Il Financial Times riporta stamane in prima pagina che investitori e gestori di fondi pensione stanno portando centinaia di milioni di sterline fuori dalla Scozia per timore delle conseguenze di un possibile “sì” all’indipendenza nel referendum in programma fra una settimana.  Il quotidiano finanziario cita le rivelazioni di un manager di investimenti bancari, Chris Fisher della Multrees Investor Services, che dice di avere personalmente trasferito centinaia di milioni di sterline da conti scozzesi per ordine dei suoi clienti: “Si stanno muovendo tutti”, afferma il broker. “E se lo fanno i nostri clienti, significa che altre società di investimenti stanno facendo la stessa cosa”. 


La domanda che angoscia gli investitori, riporta il quotidiano della City, è semplice: “I miei soldi sono al sicuro in Scozia?” C’è preoccupazione che, in caso di indipendenza, il governo di Edimburgo potrebbe cercare di bloccare una eventuale fuga di capitali. E c’è crescente incertezza su quale sarebbe la valuta scozzese: ieri il governatore della Banca d’Inghilterra, Mark Carney, ha ribadito che la sovranità della Scozia sarebbe “incompatibile” con il mantenimento della sterlina come moneta nazionale, sebbene il primo ministro del governo indipendentista scozzese, Alex Salmond, continui ad assicurare che una soluzione sarà trovata, senza peraltro specificare quale. Tra
le incognite c’è anche quella di una spartizione del debito nazionale dopo l’indipendenza. Ieri Salmond ha provocatoriamente affrontato l’argomento dicendo: “Cosa possono fare gli inglesi se non paghiamo la nostra parte, invaderci?”

Oltre alla fuga di denaro dalle banche di Edimburgo, il Financial Times riferisce un altro segnale di nervosismo: clausole sull’“uscita dalla Gran Bretagna” che vengono ora inserite nei contratti sulle proprietà commerciali in Scozia, offrendo ai compratori il diritto di annullare l’accordo o rinegoziare i prezzi se gli scozzesi sceglieranno l’indipendenza. Ma i media inglesi riportano indiscrezioni allarmistiche anche per il Regno Unito, o quello che ne resterebbe se perdesse la Scozia: tutte e grandi banche internazionali avrebbero avvertito Londra che una secessione scozzese rischia di innescare una nuova recessione in Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord, interrompendo la solida crescita degli ultimi mesi. L’opinione del mondo finanziario, insomma, è chiara: dall’indipendenza della Scozia ci perderebbero tutti. Ma non è detto che basti a scongiurarla.

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