domenica 5 ottobre 2014

IL PD DI RENZI. M. FRANCHI, Piero Ignazi: «Il Pd come la destra Usa». Intervista con P. Ignazi, IL MANIFESTO, 4 ottobre 2014

Pro­fes­sor Piero Ignazi, il Pd ha perso in un sol botto almeno 440mila iscritti e ora viag­gia attorno a quota 100mila. Se lo aspettava?


È un dato da pren­dere un po’ con le molle per­ché siamo solo a fine set­tem­bre e per­ché in molti ter­ri­tori il tes­se­ra­mente non è nem­meno comin­ciato. Di certo il calo di iscritti alla fine sarà molto forte ed è figlio di una disor­ga­niz­za­zione molto grande all’interno della nuova segre­te­ria. Anche per­ché non mi sem­bra che ci sia una per­dita d’interesse o uno sfi­lac­cia­mento nel Pd. La verità è che c’è uno scarso inte­resse, un disin­cen­tivo totale verso l’iscrizione.
Renzi col suo 41 per cento alle Euro­pee è riu­scito dove aspi­rava di arri­vare Vel­troni? Siamo al par­tito liquido?
In realtà Vel­troni non aveva un modello in testa. Aveva delle sug­ge­stioni varie, chia­ra­mente influen­zate da un regime cul­tu­rale della destra. Die­tro un calo così forte c’è sem­pli­ce­mente lo Sta­tuto che defi­ni­sce il Pd come «un par­tito di iscritti ed elet­tori». L’ambiguità di que­sta for­mu­la­zione — a mia cono­scenza unica al mondo — ora è venuta a galla: gli elet­tori ci sono — e tanti — gli iscritti non più.
L’articolo 1 dello Sta­tuto recita: “Il Par­tito Demo­cra­tico è un par­tito fede­rale costi­tuito da elet­tori ed iscritti”. Pro­fes­sore, sta dicendo che non esi­ste un altro caso al mondo in cui lo Sta­tuto dia così tanta impor­tanza agli elet­tori e così poca agli iscritti?
Io almeno non ne cono­sco altri. Per iscri­versi ad un par­tito serve il cosi­detto “incen­tivo”: una serie di van­taggi, di pos­si­bi­lità di farsi sen­tire, di pren­dere deci­sioni, di farle valere. È del tutto evi­dente che nel Pd d’oggi que­sto incen­tivo non c’è: per­ché un cit­ta­dino dovrebbe iscri­versi se tutto si decide con le primarie?
Lo Sta­tuto è quello scritto alla fon­da­zione del Pd nel 2007, nel momento in cui si uni­rono Ds e Mar­ghe­rita. Non mi pare però che sulla dizione “par­tito di iscritti ed elet­tori” ci furono grandi bat­ta­glie o discussioni…
In realtà il dibat­tito ci fu. Ma rimase all’interno di una ristretta cer­chia. La scelta di defi­nire il par­tito in quel modo fu fatta dall’area pro­diana. Senza voler per­so­na­liz­zare, lo Sta­tuto riflet­teva un momento di pas­sag­gio e pun­tava ad evi­tare che le vec­chie strut­ture di Ds e Mar­ghe­rita man­te­nes­sero potere nel nuovo par­tito. La for­mu­la­zione era una spe­cie di grimaldello.
Gli elet­tori sullo stesso piede degli iscritti: un vestito tagliato su misura per Renzi. Che a sette anni di distanza lo sfrutta per demo­lire la strut­tura da par­tito novecentesco.
Quando fu scritto lo sta­tuto Renzi non era ancora nem­meno sin­daco di Firenze. Di certo però lo sta sfrut­tando molto bene. Lo fa affi­dan­dosi total­mente alla comu­ni­ca­zione che lo mette diret­ta­mente in con­tatto con gli elet­tori. Allo stesso tempo però non si sot­trae al demone popu­li­sta del bagno di folla. Renzi non cerca — come hanno fatto i suoi pre­de­ces­sori — di creare cer­chie ristrette, cami­netti. Per que­sto non vedo die­tro il calo una volontà diretta, un dise­gno pre­ciso. Di Renzi non ricordo un solo inter­vento sul tema dell’organizzazione del par­tito: a lui non inte­ressa. Più che altro dun­que il calo di iscritti dovrebbe farlo ricre­dere: il dop­pio inca­rico premier-segretario non è una buona idea.
A pro­po­sito di pre­de­ces­sori. Ber­sani grida: «Senza iscritti, addio Pd». La mino­ranza si farà valere sul punto?
Lo Sta­tuto del Pd sotto la segre­te­ria Ber­sani è stato modi­fi­cato in un solo caso: per togliere l’automatismo segretario-candidato pre­mier e pre­ve­dere le pri­ma­rie, per­met­tendo allo sfi­dante Renzi di par­te­ci­parvi. A Ber­sani dun­que direi: com­pli­menti! Ha avuto anni per cor­reg­gere la distor­sione di un par­tito fatto di iscritti ed elet­tori. E non l’ha fatto. Lamen­tarsi ora non mi sem­bra il massimo.
Al calo degli iscritti si lega anche un pro­blema di finan­zia­mento. E per risol­verlo si pensa a cene con spe­cial guest Renzi e gli impren­di­tori del ter­ri­to­rio che ver­se­ranno migliaia di euro…
Da anni ormai la quota deri­vante dagli iscritti è resi­duale nei bilanci dei par­titi, anche in Ita­lia. L’idea delle cene con Renzi è presa diret­ta­mete dal fun­drai­sing tipica dei par­titi della destra, spe­cie in Ame­rica. Il modello è questo».
Anche per il futuro della forma par­tito in generale?
Siamo davanti ad un feno­meno nuovo che viene dall’Inghilterra. È appena stata pub­bli­cata una ricerca che dimo­stra come si stia allar­gando la figura del “soste­ni­tore”: si tratta di un non iscritto al par­tito che però si mobi­lita quando ven­gono atti­vate deter­mi­nate cam­pa­gne. In Inghil­terra sono molti e attivi quanto gli iscritti. Vedremo se il feno­meno arri­verà anche in Italia.

Nessun commento:

Posta un commento