domenica 3 giugno 2012

POLITICA E RELIGIONE. BARON F., Il Papa e le famiglie a Bresso: «I partiti non promettano cose che non possono realizzare», IL CORRIERE DELLA SERA, 3 giugno 2012

Benedetto XVI racconta di quando era bambino: «Così immagino il Paradiso». Poi le domande su famiglia e crisi




MILANO - Centinaia di migliaia di pellegrini, coloratissimi e da tutto il mondo: sabato pomeriggio, a partire dalle 14, i partecipanti al VII Incontro mondiale delle Famiglie hanno riempito la pista dell’aeroporto di Bresso in attesa di Benedetto XVI. E il Papa è arrivato, puntuale, alle 20.30, sul grande palco (mappa) nel parco di Bresso (mappa), per la Festa delle Testimonianze, che ha visto alternarsi musica e interventi, con le risposte date «a braccio» dal Papa (segui le notizie live sul tweet del Corriere) davanti a una platea stimata ben oltre le 350 mila persone, forse mezzo milione. A «rompere il ghiaccio» è stata Cat Tien, una bambina di sette anni di origine vietnamita, che ha chiesto al Papa di raccontare «qualcosa della tua famiglia e di quando eri piccolo come me». Benedetto XVI ha ricordato come centrale per la sua famiglia fosse la domenica. «A casa la musica era importante - ha aggiunto -, mio fratello è diventato un grande musicista, il papà suonava la cetra e cantava, erano momenti indimenticabili. Eravamo vicini ad un bosco e facevamo tante passeggiate. Eravamo felici, anche se erano tempi difficili prima per la dittatura e poi per la guerra». «Penso che il Paradiso debba essere come ai tempi della mia gioventù - ha concluso il Papa -, e penso di andare a casa andando verso l'altra parte del mondo». Dopo gli applausi è partito il coro «I will follow Him» dal musical «Sister Act».



I DIVORZIATI RISPOSATI - Una coppia di psicologi impegnati nella terapia delle coppie ha posto una domanda sui divorziati risposati. Secondo Benedetto XVI è compito delle parrocchie «far sentire loro questo amore: loro vivono nella Chiesa e anche se non possono avere la Confessione, il contatto con un sacerdote può mostrarglielo». «Anche se non possono entrare in comunione con il corpo di Cristo - ha detto ancora Benedetto XVI - possono comunque spiritualmente essere uniti a Cristo e devono anche sapere che la loro sofferenza è un dono che fanno alla Chiesa». «Il problema dei divorziati risposati - ha detto ancora il Pontefice - resta uno dei grandi problemi della Chiesa di oggi: la sofferenza è grande, dobbiamo aiutare queste persone a vivere la loro sofferenza e impegnarci anche nella prevenzione, approfondire dall'inizio con i ragazzi l'innamoramento, seguirli nel fidanzamento, accompagnare le coppie durante il matrimonio».



LA POLITICA, LA CRISI E IL TERREMOTO - Poi il richiamo alla responsabilità della politica, dopo che la testimonianza di una famiglia greca aveva percorso la folla come un brivido. Davanti alla crisi economica «dovrebbe crescere il senso di responsabilità in tutti i partiti. Che non promettano cose che non possono realizzare, che non cerchino solo voti per sè ma siano al servizio. E si capisca che la politica è responsabilità morale davanti a Dio e agli uomini». Questa la parte del discorso di papa Benedetto XVI ad essere la più apprezzata, con un lungo applauso al pontefice. E poi la solidarietà alle persone colpite dal terremoto in Emilia: un collegamento in diretta con uno dei paesi colpiti, San Felice sul Panaro, e un applauso lunghissimo per la famiglia Govoni di Cento, che è salita sul palco accanto al Papa. «Noi che cosa possiamo fare?» si è quindi chiesto il Papa, sottolineando che «gemellaggi tra città, famiglie e parrocchie potrebbero aiutare». «Oggi esistono gemellaggi soprattutto a livelli di scambi culturali - ha proseguito il Pontefice - ma famiglie e parrocchie potrebbero prendere responsabilità per aiutare un'altra famiglia in difficoltà». Poi tutta la folla ha cantato con il Papa il Padre Nostro.

I VOLONTARI - Tra i pellegrini c’è chi arriva da Alicante (Spagna), chi dal Brasile (e quando la musica dal palco vira verso la samba si scatena la festa). Chi ha la tenda per i bimbi e chi li fa giocare a piedi scalzi con un pallone. Suore sedute per terra o su seggiolini di fortuna insieme a parrocchiani e poi i volontari: sempre sorridenti, disponibili, gentili. C’è la famiglia Lorenzini che per non perdersi nel parco il proprio cognome lo ha scritto sulla maglietta di ogni membro: mamma papà e due figli. Ci sono le coloratissime carovane africane con bandiere e canti. Un gruppo di 20 persone ha riunito Messico, Usa, Colombia e Salvador.

IL PERCORSO DEI PELLEGRINI - Alle fermate della metropolitana indicate per accedere al Parco Nord la Protezione civile ha distribuito acqua gratuitamente, mentre era in vendita a un euro da parte dei servizi ristorazione del Family2012, acqua e panino a 6 euro. Inoltre per l’acqua a tutti è stato consegnato un contenitore riciclabile da riempire nelle «case dell’acqua» fatte installare da cinque aziende pubbliche dell’acqua potabile di Milano e Brianza. Originale la trovata di un’associazione di camminatori: si sono piazzati in punti strategici del parco con loro volontari che reggevano cartelli indicatori e confortavano i pellegrini: «Coraggio, manca poco». Il giudizio generale sull’organizzazione è positivo: «Sono tutti molto bravi e gentili», «ci hanno dato molte informazioni». Minore l’entusiasmo per il tragitto e gli spostamenti. L'area off-limits per le automobili impone un «ultimo milgio» a piedi, che in realtà corrisponde a 2-3 chilometri. «Il percorso è molto lungo per bambini piccoli. Ma nelle famiglie ci sono anche loro».

I MALORI - Sabato pomeriggio si sono intensificate le richieste di assistenza al 118 da parte dei pellegrini ospitati a Milano, da tutte le zone della città e anche da Bresso. Alle 17, secondo quanto riferisce l'Areu, le chiamate sono state 36 e 22 le missioni, di cui due codici rossi, 10 gialli e 10 verdi. In aumento anche le chiamate da Bresso. Il posto medico avanzato allestito vicino al Duomo ha visitato una quindicina di persone, una delle quali è stata portata in ospedale.

LA PULIZIA - Il Family 2012 è soprattutto ragazzi e ragazze che armati di sacchi della spazzatura hanno raccolto la sporcizia lasciando ancora pulita un’area enorme con tante persone (un miracolo davvero), sempre pronti a controllare con scrupolo ma anche a dare le indicazioni a chi è in difficoltà. Notevole dispiegamento di mezzi dei vigili del fuoco. «La sicurezza è garantita da 70 pompieri e 20 automezzi», spiegano gli ispettori Tommaso Di Lena e Elio Porcedda. E poi come non citare i volontari della Croce Rossa e delle altre associazioni di primo soccorso, le guardie ecologiche e tanti altri? Ad esempio il gruppo di giovani che vestiti da pagliacci hanno regalato sorrisi ai bimbi per un intero pomeriggio.

IL CONCERTO - Sul palco - 100 metri di lunghezza per una profondità di 30 è un'altezza di 25 al sommo della cupola, con i colori delle vetrate del Duomo sul fondo e una guglia di Candoglia a far da leggìo per domenica - rockstar e popstar come l'israeliana Noa e decine di artisti e gruppi musicali emergenti provenienti da tutto il pianeta. Hanno aperto il concerto i vincitori del concorso «Giovani Talenti per il Papa». «Ennio e Maria non hanno potuto esserci», ha esordito la conduttrice: la melodia del maestro Morricone e il testo di sua moglie sono stati affidati alla voce precisa e modulata di Dulce Pontes, passionale cantante portoghese. E poi Hevia, l'etno africana Dudu Manhenga, gli zigani dell'Alexian Group, la italo-somala Saba Anglana, la gospel singer inglese Lois Kirby e decine di altri, introdotti da attori che vanno da Pamela Villoresi a Giuseppe Cederna.

LA NOTTATA - Molti dei fedeli rimarranno in zona, perché bisogna alzarsi presto per la messa di domenica. Non è possibile dormire all’interno del parco per ragioni di sicurezza, i mezzi pubblici funzionano tutta la notte apposta. C’è anche chi tornerà al parco in bicicletta, partendo direttamente dai Comuni vicini. Preoccupa i residenti, invece, il blocco totale della circolazione delle auto nell’immensa zona a traffico limitato che corrisponde ai comuni di Sesto, Cinisello, Cusano, Cormano, Bresso e Paderno Dugnano, oltre alla zona nord di Milano (Affori e Niguarda soprattutto). Ma se già sabato questi Comuni sembravano un pezzo d’Olanda, con centinaia di biciclette e poche auto, il miracolo potrebbe replicarsi domenica. Perché in fondo di miracoli, la Chiesa se ne dovrebbe intendere

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