sabato 23 giugno 2012

POLITICI ITALIANI DA DIMENTICARE. GRAMELLINI M., Figli delle (5) stelle, LA STAMPA, 23 giugno 2012

Nominato la sera, l’assessore all’Urbanistica della Parma di Grillo si è dimesso la mattina, dopo che sul sito del giornale locale una lettrice ne aveva rivelato gli altarini: il fallimento di un’azienda e la ristrutturazione di una casa senza permessi. Non il curriculum ideale per chi, nel nuovo incarico, quei permessi avrebbe dovuto concederli.


La fulminea parabola dell’architetto Bruni ha riacceso la miccia del disincanto. Nella città-laboratorio del grillismo si assiste da settimane a un susseguirsi di lentezze, ingenuità e goffaggini che in politica sono altrettanti peccati mortali. La difficoltà del sindaco Pizzarotti nel selezionare la nuova classe dirigente sta dando ragione ai realisti che considerano la politica una professione, non un passatempo per dilettanti allo sbaraglio. Mentre strapperà un sorriso di compiacimento ai cinici l’amara considerazione che, in questo Paese di moralisti verbali, tutti sembrano custodire uno scheletro nell’armadio.

Poiché un corsivo chiamato Buongiorno non può venire meno alla sua ragione sociale, mi ostino a cercare in tanto sconforto uno spiraglio di speranza: una cittadina ha rivelato le magagne dell’assessore sul web, il movimento che aveva scelto l’assessore ha riconosciuto la bontà della denuncia, l’assessore si è dimesso. Tutto in ventiquattr’ore. Capisco che la democrazia di Internet si presti al rischio dell’isteria e della gogna. Ma capisco anche che, se i partiti in disgrazia avessero applicato il metodo Parma, ci saremmo risparmiati qualche Lusi e parecchi abusi.

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