sabato 24 novembre 2012

PRIMARIE DEL PD. MASSIMO BOCCUZZI, Ho deciso, alle cose coserò coso, L'UNITA', 23 novembre 2012


Domenica si terranno le cose e io coserò coso. Avrei potuto cosare per coso, cosa, coso e coso. Ma qualcosa non mi convince. Dunque coserò coso per esclusione. Anche se si va a cosare più per inclusione.
Alle cose infatti si sono cosati in cinque. Ma più per non farle sembrare una cosa a due che perché c’era proprio bisogno di coso e cosa. Quindi due li escludo subito perché, pur con tutta la buona volontà verso le minoranze, non mi sembra questo il momento per uscirsene fuori con cose proporzionali o con cose indecise. Per loro sono convinto che ci saranno in futuro altre cose e, come si sa, da cosa finisce sempre che nasce cosa.


L’altro lo escludo non per le cose che dice o perché sia coso. Sinceramente non ho mai badato a certe cose. Lo escludo semplicemente perché mi piacerebbe che coso vincesse di larga misura, presto e bene. Dunque è bene esser chiari: lo escludo solo per forza di cose.
Coso e coso che rimangono è evidente a tutti che non sono la stessa cosa. Uno ha troppe cose intorno, troppe di quelle cose che non si cosano per nulla.
Qualcuno può pensare: ma che strane coincidenze tra queste cose di coso. Ma io non sono del tutto d’accordo. Basta col vedere certe cose ovunque. Non è certo colpa di coso se il mondo è piccolo e certe cose si incontrano sempre. Persino dove non te le aspetti. Del resto è la sua fortuna. Se avesse solo cose povere, cose semplici che non si muovono quasi mai da casa, pensate che cosa noiosa sarebbe.
Invece con cose così non si rimane mai soli. Vai a Milano e hai le cose, vai a Torino e hai un sacco di cose, vai a Roma e ti accolgono in casa, a Palermo non se ne parla neanche. E’ una rete. Una rete di cose fraterne. Io me l’immagino cosare tra di loro di tante cose.
Magari, come succede in questi casi, s’accapiglieranno anche un po’ al momento di pagare qualcosa. E me l’immagino coso, quando è il suo turno, fermare la mano di qualche coso che ha già estratto il portafoglio, e dire amabilmente: oh che cosi sempre te. Lascia stare. Stavolta coso io.
E’ per questa cosa che coserò coso. Anzi, per ‘sta cosa qua.

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