domenica 8 marzo 2015

PARTITI IN ITALIA OGGI. SONDAGGI E TENDENZE ELETTORALI. N. PAGNONCELLI, Lo spostamento a destra di Salvini spaventa il fronte dei moderati, CORRIERE DELLA SERA, 8 marzo 2015

L a manifestazione organizzata a Roma dalla Lega contro il governo Renzi ha avuto ampia risonanza mediatica ma, come spesso accade quando si tratta di politica, è stata seguita distrattamente dall’opinione pubblica. Solo il 16% dichiara di aver seguito con attenzione l’evento, il 35% l’ha fatto superficialmente e il 41% ne ha solo sentito parlare.



La reazione prevalente degli italiani è stata quella del disincanto: quasi un intervistato su due (46%) lo giudica un evento senza importanza, il 19% un fallimento e solo il 14% un successo. Quest’ultima opinione prevale solo tra gli elettori leghisti, in misura netta (72%). 
In realtà la manifestazione, da molti definita «marcia su Roma», ha fatto scalpore perché sembra aver segnato un netto spostamento a destra della Lega, testimoniato dalla presenza di esponenti e sostenitori di CasaPound che si sono esibiti in saluti romani e hanno portato simboli del fascismo (e un fotomontaggio di Mussolini che saluta Salvini). A questo proposito le opinioni oscillano tra il ridimensionamento e la stigmatizzazione: il 40% pur ritenendo che sarebbe stato meglio evitare questo tipo di manifestazione pensa che non si debbano sopravvalutarne le conseguenze: per il 37% si è trattato di un fatto molto grave da censurare. Solo l’8% lo giudica positivamente (29% tra i leghisti).
Lo scetticismo prevale anche rispetto al possibile «sfondamento» della Lega al Sud dopo la manifestazione di Roma: il 51% pensa che non cambierà molto, il 19% prevede una riduzione dei consensi e il 17% un aumento. A questo proposito, due terzi dei leghisti si mostrano ottimisti e ritengono che la manifestazione di Roma possa accreditare il partito come la sola alternativa al governo Renzi, favorendo la crescita del consenso al Sud. 
L’accentuazione del posizionamento politico di destra da parte di Salvini non è privo di conseguenze rispetto alla leadership di una possibile alleanza di centrodestra, in particolare presso l’elettorato più moderato di quest’area. Dopo la manifestazione, solo il 29% degli italiani ritiene che Salvini possa assumere questo ruolo mentre a metà febbraio era di questo parere il 45% degli elettori. Il calo più vistoso (55%) è tra gli elettori di Forza Italia. Se prima della manifestazione quasi 9 su 10 si dichiaravano favorevoli alla leadership di Salvini, oggi l’elettorato di FI si mostra profondamente diviso: un terzo si dichiara favorevole, un terzo contrario e un terzo sospende il giudizio.

Il consenso per una sua eventuale leadership diminuisce maggiormente tra le persone meno giovani e meno istruite, i disoccupati, i cattolici praticanti e tra coloro che risiedono nelle regioni del Nord-Est e del Sud e Isole, dove nelle scorse settimane si era registrato un elevato favore per Salvini. 
Mentre in Veneto, in vista delle Regionali, si acuiscono le tensioni interne: il sindaco di Verona Tosi, in rotta con Salvini, non esclude di candidarsi contro l’attuale governatore leghista Zaia. Eventualità che per circa un italiano su due (47%) potrebbe danneggiare la Lega, mentre il 17% non ritiene che Zaia ne risentirebbe. Gli elettori leghisti sono divisi: il 44% è ottimista, il 43% paventa un calo di consensi per Zaia.

La strategia di Salvini presenta il duplice rischio della classica «coperta corta»: se accentua la connotazione nazionale e l’interesse per le regioni lontane dalle sue roccaforti tradizionali può aumentare il proprio consenso ma rischia di «scoprirsi» al Nord; se si sposta a destra accentuando i toni forti può allargare il proprio bacino recuperando una parte degli astensionisti e degli elettori delusi, ma rischia di perdere l’elettorato moderato. 
Non è detto che tutto ciò si possa tradurre in un saldo negativo in termini elettorali: è probabile che la manifestazione di Roma non lasci traccia in un’opinione pubblica sempre più distratta, annoiata dalla politica e disincantata. 

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