martedì 8 agosto 2017

SCUOLA E NUOVE TECNOLOGIE. P. DI STEFANO, L’audiolibro e le promesse non mantenute dell’e-book, CORRIERE DELLA SERA, 7 agosto 2017

Un interessante servizio del «Giornale della libreria», firmato da Alessandra Rotondo, ci pone di fronte a una domanda che sulle prime lascia sbalorditi: «L’e-book sta per morire?». Ma come, fino a ieri si pontificava che il libro digitale avrebbe provocato la morte certa del libro tradizionale, cioè del cartaceo, e adesso siamo già alle orazioni e-funebri! «A dieci anni dall’arrivo dell’e-book sul mercato, molti si chiedono se il formato abbia mantenuto le promesse fatte».


Le promesse (profezie o minacce) sono arcinote: l’annientamento immediato, o quasi, del vecchio libro a cui eravamo abituati da oltre cinquecento anni. I dati invece sono allarmanti per l’e-book, come si sa: nel 2016 il libro elettronico ha registrato, secondo l’Associazione degli editori britannici, un calo del 17% (non in Italia, dove è invece cresciuto). Negli Stati Uniti il calo dell’e-book viene più che compensato dalla crescita dell’audiolibro: il 24% degli americani si dichiara «ascoltatore» di libri, quasi un quinto in più del 2015.
Sono vari, quindi, gli elementi su cui bisognerebbe riflettere. Gridare al lupo al lupo di fronte alle nuove tecnologie è sempre insensato. Insensati gli eccitati inni alle magnifiche sorti e progressive; insensata la depressione apocalittica.
La storia della cultura va dove solo le menti più illuminate riescono a intuire: vi ricordate come si intitolava il saggio di Umberto Eco e Jean-Claude Carrière pubblicato da Bompiani nel 2009? Aveva un titolo perentorio e quasi irridente: «Non sperate di liberarvi dei libri». Del resto è stato lo stesso Eco, più di cinquant’anni fa, a intravedere un mondo diviso tra «apocalittici e integrati»: apocalittici gli intellettuali antimoderni che individuano nelle novità una catastrofica e irrecuperabile caduta; integrati gli ottimisti che accolgono a braccia aperte il nuovo, vi partecipano gioiosamente e acriticamente. Opposizione già artificiosa per il suo stesso inventore, anche se utile alla discussione e all’analisi.
Ciò che allora valeva per la cultura di massa vale ancora oggi per le nuove tecnologie: demonio o liberazione democratica? Il sospetto è che se ci siamo evoluti sul piano scientifico, fatichiamo a liberarci di certi paraocchi mentali. 
Non è vero che esistono solo i nostalgici consolatori e i progressivi beceri ed entusiasti. Esistono delle vie di mezzo che coincidono, appunto, con uno sguardo più sfumato, più cauto, critico e disincantato. 
E poi esistono anche i nostalgici progressivi e i critici beceri. 
Quelli che magari adesso che l’e-book è in crisi urlano: «Evviva, io l’avevo detto!». E magari cominciano a esprimere gravi dubbi sull’audiolibro, senza pensare che è il più antico sistema di trasmissione della letteratura.

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