venerdì 10 agosto 2012

MOVIMENTI, PARTITI E IDEE POLITICHE IN ITALIA. FORMIGONI E LA MACROREGIONE DEL NORD. GARZONIO M., Ma la Baviera è lontana, IL CORRIERE DELLA SERA, 10 agosto 2012

Formigoni immagina una macroregione che riproduca lungo l'asse del Po un presunto modello tedesco-alpino




diMARCO GARZONIOSembra da annoverare tra i pensieri estivi la proposta del presidente Formigoni di equiparare Lombardia e Baviera, immaginando una macroregione che riproduca lungo l'asse del Po un presunto modello tedesco-alpino, da esaltare magari in una sorta di Oktoberfest di casa nostra in sostituzione dei Pontida. A vanificare il progetto ci ha pensato l'ad di Trenord, anche se indirettamente. Giuseppe Biesuz, mettendo in giusto risalto ieri risultati e crescita della società nata da Fs e Nord, ha evidenziato l'efficacia di una realtà funzionale. Estendere la rete dei pendolari, collegare territori di Regioni e di Stati diversi serve, ma è cosa sostanzialmente diversa dal disegnare a tavolino un assetto istituzionale che cambi la carta geografica, annulli confini naturali e culturali, uniformi vocazioni territoriali come in un gosplan di antica memoria da Torino a Trieste.

Trenord è interprete delle linee d'indirizzo del Pirellone, non preludio di una Lombardia bavierizzata; è strumento societario, fondato su leggi di economicità, produttività, efficienza coniugate col soddisfacimento di bisogni pubblici. Si inserisce in una tradizione ambrosiano-lombarda che non ha bisogno di guardare a Monaco, perché ha alle spalle decenni di esperienze nel settore in cui trova la sua ragione sociale, i trasporti. Si pensi alla MM, alla capacità di progettare di questa, vincere agguerrite concorrenze straniere, esportare anche Oltreoceano, e alla Sea. E quanto ad altri settori si guardi ad A2a e alla tradizione di aziende municipalizzate che a Milano hanno avuto la punta di diamante e che mostrano il loro valore ora che si parla di abbattere l'enorme debito pubblico. Quello delle aziende di servizio pubblico locale è terreno appetibile e impegnativo di rilancio dell'economia. Lì sì c'è da investire, mostrare il valore dell'impresa, trattare col governo nazionale.

Di tutt'altra consistenza sono invece i riferimenti a iniziative del genere macroregioni. Figuriamoci, nel Parlamento odierno non ci si riesce a intendere nemmeno su una legge che rimetta al centro il cittadino elettore. E quello che uscirà tra qualche mese dalle urne potrà certo affrontare il tema di una riforma costituzionale, magari con riassetto dello Stato e nuove Regioni. Ci ha già pensato la Lega prima di Formigoni, con la Padania, peraltro; e dello scollamento tra propaganda e realizzazioni e conseguenze il Paese intero è testimone. V'è da ritenere che Camere e governi futuri dovran pensare al sistema-Paese e in esso inserire le riforme istituzionali. Proprio una visione d'assieme mette in luce che la Baviera è forte perché sta nel sistema-Paese tedesco e vi si tiene stretta. Lo fece con la Csu di Strauss, quando «trattava» con la Cdu. Lo fa ora. «Crucchi» ma seri, i bavaresi non si sono mai sognati di separarsi da Bonn o da Berlino, anche se non perdono occasione di polemizzare col governo Merkel di cui sono alleati. La Lombardia ha delle cose da imparare Oltralpe e da importare. Tra queste la consapevolezza di un legame tra Regioni diverse, dal Mare del Nord alle Alpi, e di una solidità nazionale che rende ancora la Germania locomotiva d'Europa. Una Lombardia che sgancia i vagoni del Sud è agli antipodi di Monaco e rema contro se stessa.

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