sabato 18 agosto 2012

ITALIA IN EUROPA AI TEMPI DELLA CAMORRA. SCOLAMIERO A.,Torta con pistole al cacao e frasi da Scarface Su Facebook è Gomorra style, IL CORRIERE DELLA SERA, 18 agosto 2012

Tante immagini sul mito malavitoso e anche un dolce guarnito con la scritta «Ce magnamm' e colombiani»




NAPOLI —Sono giovani, belli, spregiudicati. Amano la bella vita, i bei vestiti, le belle ragazze, ma non disdegnano gli «affari di famiglia», quelli che portano a guadagnare facilmente soldi, tanti soldi. Giovani, si diceva. E come tali, sempre più abituati ad utilizzare le nuove tecnologie e non da ultimo i social network, Facebook su tutti. Ecco, proprio quest’ultimo aspetto può aiutare a comprendere che tipo di persone sono le nuove leve della criminalità organizzata. Lo spunto arriva dal ferimento, nella notte di Ferragosto a Vico Equense di Nino Spagnuolo, 35 enne di Castellammare di Stabia, ritenuto dagli investigatori vicino al clan D’Alessandro, anzi, qualcosa in più. Con i «vecchi» boss in carcere o al cimitero, lo spazio per l’affermazione dei «giovani» è diventato sempre più vasto. Gli hanno sparato, ferendolo alle gambe, mentre si trovava con altri amici a scendere da una barca nel porticciolo di Marina di Vico Equense. Un raid compiuto al cospetto di molti giovani seduti davanti ai falò e che vi hanno assistito terrorizzati.
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CONDANNATO - Nella primavera scorsa Nino Spagnuolo è stato condannato a un anno e dieci mesi di reclusione per una pistola detenuta illegalmente per la quale era stato arrestato il primo ottobre 2011. A maggio il gip del tribunale di Torre Annunziata, Elena Conte, ha accolto l’istanza di scarcerazione del suo avvocato nonostante il parere contrario del pm Silvio Pavia. La pistola fu trovata in casa sua durante un controllo. In quell’occasione Spagnuolo sostenne che l’arma era di suo nonno. Non è finito ai domiciliari perché la difesa ha presentato una certificazione medica secondo la quale Spagnuolo è affetto da una sindrome psichiatrica che gli rende impossibile la permanenza sia in carcere che agli arresti domiciliari. Nella sua fedina penale vi sono reati contro il patrimonio e reati comuni compiuti sin da adolescente. Nelle ultime informative viene descritto sempre in compagnia di rampolli del clan D’Alessandro, in alcuni casi proprio con i nipoti del defunto boss Michele. È ritenuto il reggente della cosca in questo momento in cui tutti i figli di Michele D’Alessandro sono detenuti. L’ultimo reggente della cosca prima di Spagnuolo era Salvatore Belviso, cugino di Enzuccio (figlio di Michele) e oggi collaboratore di giustizia dopo aver partecipato al delitto di Gino Tommasino, consigliere comunale del Pd per il quale Belviso è stato condannato a 20 anni di carcere.
I MITI - Insomma, davvero un curriculum di tutto rispetto nel panorama criminale dell’area stabiese. Ma non è solo questo l’aspetto interessante. Come si diceva le nuove leve della criminalità locale sono cresciute con dei miti: da Tony Montana (il personaggio interpretato da Al Pacino, protagonista del film «Scarface» di Brian De Palma) a Gomorra ed ai suoi personaggi. E sono giovani che usano, e anche tanto, i social network. Anche Nino Spagnuolo è uno di questi. Su Facebook, ci sono addirittura due profili che portano il suo nome. Il primo è aperto e visibile a tutti senza restrizioni della privacy. È ricchissimo di fotografie, di link e di aggiornamenti di status. Ed è proprio sulla sua pagina che dopo il ferimento (il pomeriggio di mercoledì 15 agosto) ha scritto, rivolgendosi ad amici e parenti, di stare bene («A tutti i miei amici e parenti vi raccomando di non stare in pena per me sto benissimo e mai sentito meglio ok ciao da Nino»). E sotto sono fioccati commenti di solidarietà e di incredulità per quanto accadutogli. E le foto, si diceva, tante immagini, anche di armi: emblematica quella di un fucile mitragliatore con un commento: «bastasse un attimo, per togliermi alcune soddisfazioni». E poi c’è l’immagine di una torta con su scritto il nome di Spagnuolo, corredata da una frase pronunciata da due dei protagonisti di film Gomorra, Marco e Ciro: «C’è magnamm ’e colombian». La guarnizione del dolce è rappresentata da due pistole. E ancora ci sono tante condivisioni, vale a dire la pubblicazione sul proprio profilo di link presi da altri siti o pagine Fb. Una di queste, presa dalla pagina «E Guagliun e Stu Rion», è riprodotta una vela di Scampia con una scritta «I love scissione». Il riferimento è ovviamente alla sanguinosa faida che sta interessando da anni il popoloso quartiere della periferia a nord di Napoli, che è stata al centro del film di Matteo Garrone, tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore Roberto Saviano. E proprio tratta dalla pellicola c’è un’altra immagine che ritrae un omicidio compiuto nel film. E poi scatti di feste, di serate in discoteca, di macchine costose, di barche, di vestiti griffati, di gioielli e orologi di marca.
IL PIGLIO DEL CAPO - Ma in tutte le immagini c’è un unico comune denominatore: Spagnuolo non ride mai. Solo in due o tre occasioni viene accennato un sorriso. In tutte le altre emerge il piglio del capo: sguardo diretto, quasi cupo, tale da incutere il «giusto» rispetto per il ruolo rivestito. Il secondo profilo di Spagnuolo, invece, è molto più scarno. Insomma un campionario dei simboli di quel potere ottenuto con molto facilità. Frasi che danno l’immediata sensazione della grande ammirazione per miti negativi e l’ostentazione di una filosofia di vita alla quale questi giovani sono stati abituati ed educati fin da piccoli

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