giovedì 6 settembre 2012

COME ERANO, COSA DICEVANO NEL PCI. LA LUNA E I COMUNISTI ITALIANI. PALAZZOLO L., Il Pci, Napolitano e Armstrong: "Oppio spaziale", IL TEMPO, 6 settembre 2012

Giorgio Napolitano e l'impresa di Neil Armstrong. Tra la fine di luglio e la prima metà di agosto 1969 il quotidiano "l'Unità" viene sommerso di articoli e di riflessioni da parte di molti esponenti del mondo culturale del Pci e di semplici militanti o dirigenti del partito sulla conquista americana della Luna. L'impresa di Neil Armstrong anima un dibattito culturale intenso, che sorprende i vertici del Pci per i toni utilizzati da parte di molti iscritti, entusiasti per la conquista del satellite terrestre.



Tutti gli anni '60 sono caratterizzati da un durissimo scontro politico tra gli Usa e l'Urss su chi avrebbe navigato nello spazio e poi conquistato la Luna. Dopo le prime vittorie dei cosmonauti sovietici, culminate con il volo di Yuri Gagarin nello spazio (1961), il mondo comunista è convinto che le imprese della tecnica sovietica avrebbero guidato la riscossa del proletariato. Se nel 1961, per festeggiare l'impresa di Gagarin, il Pci organizza una grande manifestazione al cinema Metropolitan di Roma, voluta da Emilio Sereni e da Marcello Cini, stavolta il Pci non si muove. Il partito non organizza nessun dibattito, manifestazione o riflessione pubblica. Il quadro della situazione stavolta è invertito a tutto vantaggio degli Stati Uniti. In quei caldi giorni dell'estate 1969 il confronto su quell'evento porta tanta confusione nel Partito comunista italiano. Molti intellettuali del Pci non se la sentono di bollare la vittoria americana come il trionfo del male. Il professor Toraldo Di Francia, Presidente della Società Italiana di Fisica, interviene a favore dell'imminente impresa americana. "l'Unità" del 20 luglio 1969 pubblica le sue riflessioni. Nell'intervista concessa a "l'Unità", il docente universitario rimprovera ai detrattori dell'impresa lunare di ritenere che la missione di Neil Armstrong abbia "poco valore conoscitivo". Nel dibattito interviene anche il fratello del vicesegretario del Partito Comunista Italiano Giovanni Berlinguer, il quale sostiene che "la esigenza di conoscere la luna, le leggi dell'universo o il microcosmo dell'Atomo, gli altri mondi e l'origine della vita sulla terra sono necessità dell'uomo pensante". Il giornale del Pci è sommerso di articoli e di riflessioni che non sono in linea con la posizione assunta negli anni precedenti dal Pci. Ma a far scoppiare la polemica è una lettera del compagno Marcello Cini, pubblicata sul numero del 26 luglio 1969 dal titolo eloquente: "Siamo caduti nelle maglie del più colossale colpo propagandistico regalato alla plebe dai tempi di Nerone?", nel quale il dirigente del Pci accusa molti esponenti del partito che, con il loro entusiasmo a favore della missione dell'Apollo 11, avrebbero veicolato le tesi del capitalismo americano e sostenere le idee di quello che allora veniva considerato il nemico dell'ideologia comunista. A questo punto, per riportare chiarezza nel Pci, è costretto ad intervenire il Responsabile culturale del partito Giorgio Napolitano. L'ex numero due del segretario del Pci Luigi Longo, che aveva assunto quell'incarico pochi mesi prima, pubblica una lunga riflessione sulla conquista della Luna, nella quale cerca di riportare ordine al confronto che si è sviluppato nei giorni precedenti. Il 15 agosto 1969 Napolitano scrive che l'avventura lunare non può far dimenticare altre responsabilità degli americani: «Non è da sottovalutare - scrive Giorgio Napolitano - il successo ottenuto dagli Usa, e dall'amministrazione Nixon, con lo sbarco sulla Luna. Ma è davvero "il caso di dire" che "il prestigio americano risale alle stelle?». Non crediamo - aggiunge Napolitano rivolgendosi ai compagni del Pci - che sia così facile cancellare i segni, che d'altronde si rinnovano ogni giorno, dell'aggressione e del massacro nel Vietnam, dell'oppressione e dello sfruttamento nell'America Latina, della politica di rapina e di repressione dell'imperialismo americano nei confronti di tanti popoli, né che sia così facile dimenticare le piaghe della stessa orgogliosa società statunitense». A questo punto, del suo lungo articolo, Napolitano definisce così la risonanza della missione spaziale di Neil Armstrong e dell'Apollo 11: «E noi - prosegue Napolitano - abbiamo fiducia nella capacità di larghe masse lavoratrici e popolari del nostro Paese di non lasciarsi frastornare dai vecchi e nuovi apologeti del "sistema" americano, ed anche di non farsi drogare dall'"oppio" spaziale, di non farsi deviare dalla necessità di una lotta trasformatrice, rivoluzionaria per la soluzione dei propri problemi per la soluzione dei propri problemi e dei problemi di tutta l'umanità sfruttata e oppressa su questa terra». Nella visione di Giorgio Napolitano quella impresa lunare rappresenta un elemento di grave contraddizione dello sviluppo capitalistico. Nell'articolo su "l'Unità", il Repsonsabile culturale del Pci svolge questa riflessione: «Come la spesa per i programmi spaziali possa possa assolvere ad una funzione di sostegno dell'economia americana e contribuire al contenimento di determinate contraddizioni, proprie di un sistema capitalistico avanzato, è argomento serio, che merita di essere ulteriormente approfondito. Ma non deve in nessun modo oscurare il fatto fondamentale, e cioè che l'attuale rivoluzione scientifica e tecnologica è destinata ad acuire la contraddizione tra sviluppo delle forze produttive e rapporti capitalistici di produzione, tra il sempre più accentuato carattere sociale del lavoro (anche scientifico) e il carattere privato, capitalistico, monopolistico dell'appropriazione dei prodotti (anche del lavoro scientifico)». L'intervento di Napolitano chiude il dibattito "sulla terra e sulla Luna". Il Pci vuole voltare pagina ed evitare di alimentare nuovi entusiasmo verso gli Stati Uniti all'indomani dell'impresa spaziale. In un box, nella stessa pagina in cui vengono pubblicate le riflessioni di Napolitano, si annuncia che il confronto è chiuso: "Nell'impossibilità di pubblicare tutte le lettere inviate nel corso del dibattito sull'impresa dell'Apollo 11 - spiega in una nota il giornale del Pci - ringraziamo i compagni e i lettori, in particolare, quelli che ci hanno indirizzato veri e propri interventi scritti".

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