lunedì 24 settembre 2012

TEORIE POLITICHE. NUOVE FORME DI DEMOCRAZIA DECISIONALE. SERAFINI M.,Grillo e la democrazia liquida, IL CORRIERE DELLA SERA, 24 settembre 2012

Nel M5S si discute se usare Liquid Feedback una piattaforma già adottata dai Pirati tedeschi per le votazioni interne


Vai al sito:
http://liquidfeedback.org/

 
 


Grillo alle prese con la democrazia liquida. Il dibattito sui processi di selezione dei candidati all’interno del Movimento Cinque Stelle agita i grillini da tempo. E non è solo il fuorionda «ribelle» del consigliere Favia ad aver portato alla ribalta il tema. Se ne parla da tempo. Forum, commenti, post, tweet e messaggi. Nel movimento c'è voglia di democrazia diretta, tutti gli attivisti vogliono poter dire la loro. Il tutto mentre si delineano diverse correnti di pensiero non sempre in accordo tra loro. Risultato, già da qualche tempo nei meetup (i circoli) del M5S si dibatte sull'ipotesi di introdurre piattaforme di liquid democracy per discutere e votare le mozioni. E magari anche per selezionare i candidati da mandare alle elezioni.
LA DITTATURA DEGLI ATTIVI - Lo strumento perfetto potrebbe essere Liquid Feedback, piattaforma opensource che permette ai membri di un'associazione di prendere parte ai processi decisionali attraverso la rete e già adottata dai Partiti Pirati di tutto il mondo, quello tedesco in testa. Comodo, soprattutto quando gli esponenti politici sono sparsi nelle varie città e quando il partito non dispone di cifre da investire nella creazione di una struttura partitica intesa in senso classico. Ma come funziona Liquid Feedback? Una volta entrati nel sistema, prima si discute un tema, poi lo si vota. E lo si fa attraverso il cosiddetto «metodo Schulze» che permette di esprimere la propria opinione creando una gerarchia di preferenze. Poi il programma calcola quali sono le opzioni più gettonate. Ma ancor più interessante è il sistema delle deleghe, che consentirebbe - se usato correttamente - di attuare sul web una vera e propria democrazia diretta. O, meglio, liquida. Attraverso un sistema controllato e certificato si può delegare il proprio voto a un altro partecipante su un determinato tema. Tutto semplice? «Il rischio è che si crei una dittatura degli attivi, cioè di coloro che usano di più la piattaforma», spiega Carlo Brancati vicepresidente del Partito Pirata svizzero. Che aggiunge: «Se un singolo concentra su di sé un certo numero di deleghe si rischia il take over, ossia una minoranza riuscirebbe a far passare le decisioni contro la volontà della maggioranza. Un pericolo che si corre soprattutto se gli iscritti non sono numerosi».
LE REGOLE DA SEGUIRE - Liquid Feedback ha poi delle falle e dei punti deboli che potrebbero essere sfruttati da un manovratore occulto: «Se fosse vero come si vocifera che Casaleggio impone la sua linea, questo sistema gli consentirebbe di controllare molto facilmente il processo decisionale», continua Brancati. E non solo. Se come ha denunciato Marco Camisani Calzolari più della metà dei follower di Twitter di Grillo sono Bot (falsi), è molto facile che si trovi anche il modo di arginare il sistema di certificazione delle deleghe su LiquidFeedback e che ciascuno riesca a crearsi un gruppo di sostenitori finti per far passare la propria linea. Ma queste sono ipotesi. Piuttosto, riassumendo, la liquid democracy è molto utile per i movimenti ma va applicata alla lettera perché funzioni davvero. «Sono necessari vari step. Primo, il numero di votanti deve essere abbastanza alto in modo da evitare il take over (come successo nel Partito Pirata italiano). Secondo, bisogna controllare molto bene che la figura dell'Admin (l'amminstratore della piattaforma) non abbia troppo potere e che non influenzi il voto dal momento che non è segreto. E terzo, deve essere redatto un regolamento molto severo per la gestione pratica della piattaforma e della certificazione delle deleghe», sentenzia Brancati.
CASALEGGIO E GLI ATTIVISTI - Ma a che punto è il Movimento Cinque Stelle con la democrazia liquida? Per il momento Liquid Feedback è stato sperimentato in alcune regioni, come la Sicilia. Poi il software è stato tradotto in italiano dai circoli di Bergamo. E, come spiega Marco Piazza, consigliere di Bologna, città in cui il movimento è molto forte: «parecchi attivisti chiedono di provarlo anche in Emilia ma per ora se ne sta solo parlando». Ma nulla di più. E non è per nulla ufficiale che LiquidFeedback sia lo strumento scelto da Grillo (e/o da Casaleggio) per gestire il dibattito interno al movimento. Nel frattempo però «il M5S utilizza già internet per le sue comunicazioni, con il blog di Grillo, con la rete dei MeetUp e con i forum su cui chiunque può intervenire», continua Piazza. E per la selezione dei candidati? Davvero chiunque si potrà candidare, anche senza un particolare programma o un particolare legame con il territorio? O sarà il leader ad avere l'ultima parola, come avviene in tutti i partiti tradizionali? Recentemente Grillo ha annunciato che «per le prossime elezioni «i candidati del M5S saranno scelti online e il programma sarà discusso e completato attraverso una piattaforma in Rete in modo trasparente». E lo stesso Gianroberto Casaleggio in un incontro a Roma ha indicato FourSquare come possibile strumento per geolocalizzare gli attivisti e le loro iniziative, lasciando intendere che si stanno analizzando altre applicazioni e piattaforme. Come dire, insomma, che se non è Liquid Feedback.

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