giovedì 12 novembre 2015

REGNO UNITO. EDUCAZIONE E CRISI DELLA PROFESSIONE INSEGNANTE. C. BELLONI, Nessuno vuole fare il prof, spot tv del governo: «Insegnare è bello», CORRIERE DELLA SERA, 12 novembre 2015

Uno spot televisivo con insegnanti che sembrano modelli e frasi ad effetto per reclutare nuovi professori di talento e potenziare la scuola in Gran Bretagna. A promuoverlo e diffonderlo da qualche giorno sulle maggiori reti televisive è stato il governo britannico, che sta cercando una soluzione alla mancanza di docenti. La campagna di reclutamento si intitola, come lo spot tv, «Your future: their future», cioè il tuo futuro è il loro futuro e per il ministro Nicky Morgan è fondamentale per «creare una leva di insegnanti di talento che aiuti ogni allievo e ogni ragazzo a sentirsi valorizzato a pieno». Una programma di marketing di alto livello per attrarre docenti, che abbiano ottenuto risultati positivi nei loro studi e possano essere di stimolo ed esempio.

Dieci ragioni per fare il prof
Del resto lo spot presenta l’insegnamento come una sfida piena di poesia. «Cosa significa insegnare oggi?» si chiede la prima docente. Le risposte? Rendere comprensibili le cose complesse; formare scienziati, ingegneri e infermiere; invitare i bambini a guardare le cose più di una volta in modo da cambiare la loro prospettiva. E poi? Insegnare significa aprire gli occhi, restare a bocca spalancata per la sorpresa, far muovere gli oggetti inanimati, rendere ambiziosi gli studenti senza motivazioni e appassionati quelli che sono già interessati. Infine, fare il professore vuol dire far apparire i cieli più blu e trasformare il futuro in una realtà. Un crescendo rossiniano, fino al finale: «Qualunque cosa pensiate che possa significare essere un insegnante, non sarà mai abbastanza».
Emergenza cattedre vuote
All’origine dello spot c’è il desiderio di convincere i giovani che escono dall’accademia a dedicarsi all’insegnamento. Perché al momento in Gran Bretagna la crisi delle vocazioni di professori e maestri è grave. Mancano insegnanti di matematica (come succede anche da noi), chimica, computer, tecnologia, geografia ed educazione fisica. L’Unione nazionale degli insegnanti ha appena lanciato l’allarme perché il paese spende 733 milioni di sterline l’anno in agenzie che forniscono supplenti dal momento che mancano i docenti, ma queste strutture impongono costi maggiori dato che al semplice stipendio dell’insegnante aggiungono la loro «commissione», che a volte ammonta anche al 15 per cento della somma. Per risparmiare e per garantire agli studenti un corpo docente migliore, il governo sta lavorando su diversi fronti. Qualche settimana fa ha avviato una campagna di reclutamento anche all’estero. Poi ci sono gli sconti sulle tasse e gli incentivi economici per gli insegnanti. Ultimo ma non ultimo, appunto, la pubblicità. Il rilancio della figura dell’insegnante nell’immaginario collettivo passa anche dal marketing.

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