domenica 10 giugno 2018

GIORNALISMO ALL'ITALIANA. COSI' I SETTIMANALI POLITICAMENTE CORRETTI, SALVAGUARDIA DELLA MODERAZIONE, SI SALVANO DAL SENSO DI COLPA DI STARE DALLA PARTE DEI VINCENTI.


In uno degli ultimi numeri di SETTE, settimanale allegato al 'Corriere della sera', possiamo leggere dichiarazioni di questo tipo:
L'immagine di copertina del numero 23 di Sette

"Una cosa che mi è parsa molto bella di LORO 1 e LORO 2 di Sorrentino...è che fa vedere Berlusconi che finisce schiacciato da un sistema - una società -in larga parte creata dalle sue televisioni, dalla LORO VOLGARITA'. l'Italia di oggi è in buona sostanza figlia della sua rivoluzione - non gli è riuscita quella liberale da politico...ma ne ha fatta una ben più capillare, quella che ha creato i vari personaggi del film di Sorrentino" (M. Persivale)


"Fino alla fine degli anni Sessanta il CORTILE è stato per le mamme la più benemerita delle istituzioni" (W. Viganò)

"Bill Emmott non ha mai messo piede in un McDonald's. Diversamente si sarebbe accorto che tutti i camerieri, o meglio quei pochi che sono riusciti ad essere assunti con CONTRATTI OVVIAMENTE A TERMINE, sono tutti almeno LAUREATI. Ci dice il suddetto che bisogna muoversi, andare dove il lavoro c'è. Lo viene a dire proprio a noi, un popolo da secoli, di emigranti ed immigrati. Dice che bisogna aprire le porte. Perchè non lo va a dire a tutti quei ragazzi, e sono milioni, che quelle porte se le sono viste sbattere in faccia a ogni curriculum inviato? Carissimo Bill, un conto è guardare la partita dagli spalti, magari in tribuna d'onore, un conto esse in campo a giocarsela" (R. Zerbini)

"Non sta scritto da nessuna parte che non si può provare ad opporsi alle spinte al cambiamento se questo COSIDDETTO CAMBIAMENTO non ci piace." (Enrico Carpi)

" E dopo la scuola farei qualche ritocco anche al mondo del lavoro. Paghe più alte per gli stagisti perchè i ragazzi non vivano l'umiliazione di lavorare gratis. E più basse per gli INFLUENCER: i gusti sono gusti, il loro che lavoro è?" (Irene Soave)
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Si tratta di affermazioni che mostrano umori e atteggiamenti disillusi e stanchi estrapolate da brevi articoli e lettere apparsi nelle pagine finali del settimanale. Seguono dopo una serie di articoli ben più ricchi ed illustrati, tutti, invece, dedicati a personaggi e imprese fuori dall'ordinario e, naturalmente, di altrettanto straordinario successo: il "pioniere italiano del digitale di Treviso" che ha fondato E-tree e H-Farm (pp. 44-49); la donna (di successo) senza figli e orgogliosa di essere tale (pp. 52-53); la scuola media di successo contro il bullismo (pp. 54-59); la scrittrice che vive, "curiosa, intraprendente e felice", con successo, senza aver bisogno del supermercato; le biblioteche italiane di successo (pp. 62-69); la trentenne americana che, con successo, insegna (con successo?) ad accettare la morte (pp. 70-73); il reportage fotografico su Parigi, con tanto di macchina analogica Polaroid, fatto da un giovane scrittore e traduttore italiano di successo (pp. 74-79); la chef di successo di origini istriane (pp. 80-85). Difficile poter dire che tutto questo gridare al successo sia controbilanciato dal reportage sulla prostituzione di strada (a firma di una certa Chiara SEVERGNINI: il cognome suona sinistramente simile a quello del direttore del settimanale, ma visto che controversia c'è stata si rimanda alle risposte fornite dallo stesso interessato Bsev, la accuso di parentopoli al Corriere! ) e da quello dedicato ai tribunali iracheni.
Insomma, a guardar bene, c'è, come dire, quanto meno uno sbilanciamento evidente nei confronti di chi sembra, come si dice, "ce l'abbia fatta" (senza mai spiegare in che modo, naturalmente) a dimostrazione di un interesse per il lato trendy dell'esistente e del pensiero unico dominante da decenni. Naturalmente, poichè, però, si è liberal, guai a pensare di noi chissà cosa; così qualche riga vagamente protestataria può essere concessa al malcontento diffuso, magari nascosta alla fine del numero, dove non ci sono più le figure, in quelle pagine di cui si sa "che tanto non le leggerà nessuno".









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