domenica 7 aprile 2013

INTERVISTA A GIULIANO URBANI, CO-FONDATORE DI FORZA ITALIA. ANDREA GARIBALDI, "Il disarmo fra i poli è possibile solo dopo uno choc economico", IL CORRIERE DELLA SERA, 4 aprile 2013


Dopo Napolitano perfino un liberale come me non può non dirsi un po' comunistaUrbani: vince il calcolo e per questo Silvio vuole il voto



ROMA ? Berlusconi chiede il governissimo. «Berlusconi ha ragione. Ma non sa farlo, il governissimo». Cos'è veramente questo governissimo?«È il governo di nessuno, il governo non di parte. Qui invece andiamo avanti con il bipolarismo cannibalesco coltivato irresponsabilmente in questi anni. Un po' come il "disarmo reciproco controllato" di Hobbes. E trascuriamo gli avvoltoi sul tetto: le agenzie di rating, gli speculatori internazionali, pronti a sbranarci».Giuliano Urbani. Professore di Scienze politiche. Fondatore di Forza Italia. Ministro. Membro della Bicamerale di D'Alema. Consigliere Rai. Fuoriuscito nel 2005 dalla politica attiva, per delusione. Chiede: sa qual è la verità?Qual è?«Che centrodestra e centrosinistra smetteranno di guardarsi in cagnesco solo dopo aver colpito un pilone e aver battuto la testa forte».Un pilone?«Sì, solo dopo un terribile choc economico e finanziario saranno davvero costretti a stare insieme. Ma in quel momento tutti gli italiani avranno già perduto il 25-30 per cento del potere d'acquisto». Cosa ha pensato dopo i risultati elettorali di febbraio?«Quando ho visto che tre forze avevano conquistato ciascuna più o meno un terzo dell'elettorato, ho creduto: saranno costretti a parlarsi. Ma Bersani ha rincorso Grillo, Grillo ha escluso tutti e Berlusconi rincorre Bersani».Però Monti fu appoggiato da una larga coalizione, Pd-Pdl-Centro. «Quella non fu vera collaborazione. Dovevano sostenere Monti come alfiere italiano nei confronti degli interessi tedeschi, e però lo hanno lasciato solo». Poi si sono di nuovo separati.«Nessuno ha capito nulla della crisi italiana. Per vent'anni hanno spazzato la polvere sotto i tappeti. Nulla è stato fatto per aggredire il debito pubblico. Nulla per creare istituzioni in grado di decidere. Nel mio archivio ho almeno tre riforme elettorali, francese, tedesca, spagnola».In tutta Europa, quando i risultati elettorali non sono netti, le grandi coalizioni si realizzano.«Le grandi coalizioni si fanno fra chi si fida. Con le spade di Hobbes sul capo non si va da nessuna parte. Nel resto d'Europa esiste il senso degli interessi nazionali».Berlusconi sostiene: o governissimo o elezioni. Vuole allungare processi e inchieste?«Non è un problema di inchieste. La giustizia funziona così male che non sapremo mai se Berlusconi è una vittima o se l'è cercata. No, chiede le elezioni per calcolo di parte: sa che Grillo e il Pd declinano e vuole tesaurizzare».Sarebbe più semplice se Berlusconi si facesse da parte?«Ma dovrebbe farsi da parte anche Bersani! Tuttavia, oggi il centrodestra si sente rappresentato solo da Berlusconi. Nel centrosinistra, dopo le primarie, non si può dire a Bersani: vai a casa».E la battaglia per il Quirinale?«Discorso identico a quello per il governo. Se non vuoi un presidente della Repubblica di sinistra, non puoi proporne uno di centrodestra. Altrimenti, la politica è fatta solo di trappole e tutti sono vittime della sindrome da trappola. Il modello al quale ispirarsi è invece evidente».Napolitano?«Hanno tutti avuto la fortuna di avere Napolitano, la dimostrazione che un uomo di parte può essere uomo di tutti. Dopo averlo visto all'opera, perfino un liberale come me non può non dirsi un po' comunista...».Ne usciamo, professor Urbani?«Ci sono da fare subito tre cose pazzesche: politica di austerità imposta dall'euro, rilancio dello sviluppo, riforme istituzionali. Per la legge elettorale, visti i veti reciproci, la dichiarazione di maggior saggezza è di Grillo: "Torniamo al Mattarellum"».Si realizzeranno queste «cose pazzesche»?«O tutti assieme, o nessuno ci riuscirà. Ma temo che prima dovremo andare a sbattere contro il famoso pilone». Ha nostalgia di Montecitorio?«Per nulla. La maggior parte delle persone non mi piaceva. A parte qualcuno: D'Alema, Bertinotti...».(agaribaldi@corriere.it)RIPRODUZIONE RISERVATA

Nessun commento:

Posta un commento