giovedì 27 febbraio 2014

L'ITALIA NELLE MANI DEI GIUDICI. F. GEREMICCA, Il giudice e la sedia rotta Un'ernia da 139mila euro, IL CORRIERE DELLA SERA, 27 febbraio 2014

Accolta dal Tar la richiesta di risarcimento

NAPOLI - Una sedia rotta costerà al ministero della Giustizia 139.000 euro. Il Tar Campania ha accolto infatti la richiesta di risarcimento danni avanzata nel 2012 dal magistrato Francesco Schettino e tesa al riconoscimento del danno biologico provocato da un infortunio sul lavoro piuttosto bizzarro. La vicenda risale al 23 marzo 2007. Schettino è in forza alla IV sezione civile ed è impegnato in camera di consiglio nel nuovo palazzo di giustizia, al Centro Direzionale. Solo da poco si è completato il trasloco del settore civile da Castel Capuano e si guarda con ottimismo all'esercizio del diritto in una nuova e prestigiosa sede giudiziaria.Il giudice, però, quella maledetta mattina prende posto su una sedia ballerina. Resa tale, con ogni probabilità, proprio dal trambusto relativo allo spostamento degli arredi da Castel Capuano al Centro direzionale. Il telaio di seduta esce dall' alloggiamento e il giudice si ritrova, dolorante, a terra.



Il primo soccorso è dei colleghi, poi inizia la trafila di visite ed accertamenti medici. Schettino si assenta dunque dal servizio, per congedo straordinario e successiva aspettativa, dal 24 marzo al 18 giugno 2007, quando l'Inail lo dichiara «guarito con postumi». Il 24 luglio 2007 la medesima Inail accerta un'invalidità del 30%. Il 15 giugno 2009 il ministero della Giustizia riconosce al magistrato la seguente patologia, dipendente da causa di servizio: «Esiti di trauma distorsivo del rachide lombare produttivo di ernia discale con impegno radicolare e rigidità del tratto dorso-lombare». Nel 2010 la toga chiede ed ottiene di andare in pensione. Nel 2012 si rivolge al tar. Chiede 116.838 euro a titolo di danno biologico; 33.883 euro come «aumento personalizzato»; 50.000 euro per il danno esistenziale; 2.410 euro quale «lucro cessante per le decurtazioni stipendiali subite nei periodi di assenza dal servizio per malattia». Totale: circa 200.000 euro. Il ministero della Giustizia si oppone.
Il 12 febbraio 2014 i giudici della I sezione del Tar - presidente Cesare Mastrocola, consiglieri Pierluigi Russo e Carlo Dell'Olio - stabiliscono che effettivamente Schettino ha diritto ad un sostanzioso risarcimento. In particolare, argomentano, «va riconosciuta la somma richiesta, pari ad euro 116.838 a titolo di danno permanente da lesioni alla integrità psicofisica, corrispondente al 30% di invalidità, in relazione all'età dell'interessato, alla stregua delle tabelle del 2011 elaborate dal Tribunale di Milano». Per la «personalizzazione del danno non patrimoniale, comprensiva dell'incidenza negativa dei postumi dell'incidente sulle attività quotidiane e sugli aspetti dinamico-relazionali della vita del danneggiato», riconoscono 20.000 euro. Nulla è dovuto, aggiungono, per il danno esistenziale - il ricorrente lo aveva quantificato in 50.000 euro - perché esso è in qualche modo già assorbito dal risarcimento del danno biologico. Infine, decretano che Schettino ha diritto anche a 2.410 euro per le decurtazioni stipendiali subite nei periodi di assenza dal servizio per malattia. La somma: 139.000 euro. Epilogo di una vicenda senza precedenti, che l'ex giudice preferisce non commentare: «Parla la sentenza».

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