giovedì 27 febbraio 2014

NUOVO GOVERNO RENZI E SCUOLA. STUDIARE DI MENO. REDAZIONE, Bonus maturità e liceo in 4 anni «Così può cambiare la scuola», L'UNITA', 27 febbraio 2014


L'ipotesi di ridurre a 4 anni la durata del liceo, il bonus maturità, il ruolo e il contratto degli insegnanti. A pochi gorni dal suo insediamento, il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini fa un primo "disegno" della scuola che vorrebbe.


LICEO IN 4 ANNI? NON CONTRARIA A PATTO CHE...

Il liceo in 4 anni «è una sperimentazione su cui ho bisogno di approfondire. È un modello sperimentato in altri paesi, non ho nulla pregiudizialmente in contrario: se i ragazzi escono prima e ben preparati va bene. Però bisogna vedere se quella è la strada: ho l'impressione che ci sia una ottima scuola elementare, un liceo, comunque una scuola superiore che ha punte di eccellenza. Ma una scuola inferiore che dovrebbe essere rivisitata». Lo ha detto il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini a 'Prima di tutto', su Rai Radio1.

BONUS MATURITA' OK MA DA RIPENSAREIl neo titolare del dicastero di viale Trastevere ha quindi spiegato che, tra i suoi obiettivi, c'è quello di «approfondire e ripensare con attenzione» un tema «delicato» come quello del bonus di maturità. Per Giannini «la carriera scolastica di uno studente che lascia una parte importante di apprendimento per entrare all'università va considerata. È il suo portafoglio, la sua carta di identità». Il bonus, insiste il neo-ministro, «ha il vantaggio della sintesi: è un numero e se è il frutto di un calcolo preciso funziona. Ma è anche vero che nel nostro paese lo stesso numero non è equiparabile in tutte le sue parti». E osserva: «Non fu una scelta saggia cambiare in corsa le regole del gioco, ma sono consapevole che i miei predecessori si sono ritrovati questioni già complicate in partenza da affrontare e io avrò lo stesso difficile compito».

CONTRATTO INSEGNANTI MORTIFICANTE
Ma Giannini ha anche voluto porre con forza l'accento sulla situazione degli insegnanti. «Il contratto degli insegnanti è mortificante e da rivedere». In questo senso equiparare gli stipendi italiani alla media europea «sarebbe un bel passo», ma per il ministro la sfida vera «è praticare con i fatti che gli insegnanti siano figura fondamentale nella società, non solo all'interno della scuola: questo significa revisione di un contratto che è mortificante. Non solo perchè pagato poco ma anche perchè non ha meccanismi premiali». Non è un contratto, spiega il ministro, che come dovrebbe, essendo un lavoro di quella delicatezza vista l'importanza, che «premia il merito» e che «valorizza la fascia di insegnanti che si impegnano, che si aggiornano o che sopperiscono a carenze». Infine, a proposito delle tecniche premiali, della distribuzione del merito «in maniera intelligente», il ministro ha risposto parlando di «più autonomia e più valutazione». Si valuta, ha proseguito, viene data «più autonomia e responsabilità agli istituti e questo consente di premiare i molti che fanno un lavoro straordinario che è rimasto in ombra».

Nessun commento:

Posta un commento