lunedì 4 marzo 2013

TELEVISIONI ALL'ITALIANA. PAOLO CONTI, Rai, lettere anonime ai vertici «Al Tg1 stipendi gonfiati», IL CORRIERE DELLA SERA, 4 marzo 2013


Esposto Dalla Rai è partito un esposto verso Palazzo di Giustizia. Nessun documento, invece, verso piazzale Clodio


ROMA - I corvi tornano a volteggiare su viale Mazzini: si ripete l'antico rito aziendale delle lettere anonime. Due missive senza firma hanno raggiunto due mesi fa il presidente Anna Maria Tarantola e il direttore generale Luigi Gubitosi. Una terza è stata spedita alla Procura della Repubblica di Roma sotto forma di esposto ma con un testo in tutto simile alle due lettere Rai.
Materia rovente: ipotetiche irregolarità sulla concessione delle indennità notturne, festive e di orario straordinario a un gruppo di redattori (una trentina, ma la stima è incerta) da parte di non meglio identificati vertici del Tg1, con ogni probabilità capi redattori o vicedirettori. In sostanza, alcuni redattori del principale tg della Rai avrebbero ricevuto pagamenti per turni notturni, per giornate festive o per orari straordinari mai veramente svolti.
Come ha anticipato ieri il Fatto, della vicenda si sta occupando il procuratore capo di Roma, Luigi Pignatone, che ha affidato il caso al procuratore aggiunto Francesco Caporale, da cui dipende il pool dei reati contro la pubblica amministrazione: la Rai è un'azienda pubblica, anche se di diritto privato. Qualsiasi ipotetica malversazione si tradurrebbe, appunto, in un reato contro l'amministrazione pubblica. Dalla Rai, per ora, è partito un esposto verso Palazzo di Giustizia, come assicurano fonti ufficiali della tv pubblica. Nessun passaggio di fascicoli, invece, tra viale Mazzini e piazzale Clodio.
Tutto si sarebbe svolto sotto la direzione pro tempore di Alberto Maccari (che a suo tempo inviò lettere di richiamo allo scrupoloso rispetto delle regole in materia di notturni e festivi) e in parte sotto la direzione di Augusto Minzolini. L'attuale direttore, Mario Orfeo, è stato avvisato dai vertici Rai dell'indagine interna e ha rinforzato i controlli. Fonti ufficiali Rai ieri hanno smentito che, in questa vicenda, ci sia un capitolo legato anche alle note spese. In base alle due lettere, i vertici di viale Mazzini hanno deciso un audit interno, cioè un'ispezione aziendale affidata alla struttura diretta da Marco Zuppi. L'indagine, stando sempre a ricostruzioni informali che circolano a viale Mazzini, avrebbe registrato decine di irregolarità. Comunque non di grandi dimensioni né su cifre colossali. Ma la Procura non ha ricevuto nulla dalla Rai: almeno per ora, e finché non ci saranno richieste da parte della magistratura, viale Mazzini limiterà la questione all'ambito aziendale.
Secondo gli accordi, i giornalisti Rai non hanno cartellini né firme di ingresso: qualsiasi variazione di orario (notturno, festivo, straordinario) viene registrato su un foglio a parte rispetto a quello delle normali presenze, e controfirmato da un responsabile di turno. Secondo il «corvo» molte presenze notturne, festive o straordinarie sarebbero state fittizie o addirittura false. Impossibile conoscere i nomi dei giornalisti coinvolti: la Rai ritiene ancora aperto l'iter dell'audit interno e giudica assolutamente prematuro immaginare qualsiasi provvedimento disciplinare.
Molto preoccupato il sindacato interno dei giornalisti Rai, cioè l'Usigrai. Ieri l'esecutivo ha così commentato la vicenda: «L'Usigrai è sempre stata e sempre sarà dalla parte delle regole. Quindi se qualcuno ha commesso illeciti è giusto che venga sanzionato. Siamo i primi a chiedere chiarezza e trasparenza. E proprio sul tema degli orari e dell'organizzazione del lavoro, chiediamo quella chiarezza da tempo. Ma non possiamo accettare che si metta in moto la macchina del fango. Se è vero che esiste una indagine, si lasci lavorare la magistratura con serenità. Non vorremmo che qualcuno avesse interesse a gettare discredito sull'intera Rai, dove quotidianamente lavorano in maniera sera e professionale, nel pieno rispetto delle regole, centinaia di colleghe e colleghi».

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