mercoledì 1 maggio 2013

ANNIVERSARI. ALESSANDRO FULLONI, «Le monetine tirate a Craxi? Fu un'idea di Buontempo», IL CORRIERE DELLA SERA, 1 maggio 2013


Il ricordo di Delio Andreoli: «Al Raphaël c'eravamo anche noi di destra. Teodoro cambiò una banconota da 10 mila lire»



Craxi li definì «tiratori di rubli» per recintare l'area da cui venne quella pesantissima contestazione che segnò la sua fine. Ma «la storia vera è un'altra, è questa e andò così: si, certo, quelli del Pds erano davanti all’hotel Raphaël per un tiro al bersaglio che aveva tutta l’aria di essere organizzato. Ma se non ci fossimo stati noi del Fuan sarebbe stata una vicenda tutta diversa. L’idea di quelle monetine contro Craxi, salvato il giorno prima dal Parlamento che vietò l'autorizzazione a procedere, è nostra: ed esattamente fu di Buontempo. Teodoro arrivò trafelato da Montecitorio, in mano reggeva due sacchettini piccoli, con dentro quel che serviva per prendere di mira il "cinghialone". Mentre ci raggiungeva aveva già sceneggiato la regia della protesta, partorendo quel colpo di genio coreografico: si fermò ad una tabaccheria per cambiare una banconota da 10 mila lire. Poi consegnò a tutti quel che dovevamo tirare».
L’amarcord dal sapore revisionista che in qualche modo cambia la paternità di quel lancio di monetine di cui ricorre il ventesimo anniversario il 30 aprile (guarda il video) – una contestazione sinora rivendicata da chi stava nell'allora Pds – viene da Delio Andreoli, 41 anni e all’epoca militante romano del Fdg, il Fronte della Gioventù, l'organizzazione giovanile dell'allora Msi.
LA CONTESTAZIONE - La scena è celeberrima e segna l'immaginario nazionale: era la sera del 30 aprile 1993, Bettino Craxi usciva dall'hotel Raphaël per entrare nell'auto di servizio bersagliato dalla pioggia di monetine. E non solo monetine: banconote da mille lire («Vuoi pure queste, Bettino?»), sassi, accendini, pacchetti di sigarette... volava di tutto in quel giorno divenuto un simbolo nella storia d'Italia. La sera prima il segretario del Psi era stato «salvato» dai colleghi parlamentari: la Camera aveva votato no all'autorizzazione a procedere per 4 delle 6 imputazioni a suo carico chieste dalla Procura di Milano nell'ambito dell'inchiesta su Mani Pulite.
LA BANCONOTA CAMBIATA - Andreoli, che oggi è un dipendente aeroportuale e che è stato anche consigliere municipale a Ostia («sempre con il Ms-Ft. non sono mai passato con Alleanza Nazionale» rivendica orgoglioso), racconta di aver avvertito Buontempo al telefono. «Lui era alla Camera, gli dissi che Craxi stava per uscire dal Raphaël - è il ricordo ancora nitido - e che i Pds erano tutti schierati per la contestazione feroce. La sua risposta fu lapidaria: "restate lì, arrivo subito"». Il deputato giunse di corsa neanche 10 minuti dopo, trafelato. In mano teneva due sacchettini zeppi di monetine da 50 e 100 lire. Aveva interrotto la corsa solo per cambiare in tabaccheria una banconota da 10 mila. Una folgorazione improvvisa per meglio incendiare l'atmosfera. Buontempo raccontò poi che il «proprietario era uno dei nostri» e che non fece una piega nel prendere la banconota da 10 mila e cambiarla con le monetine distribuite poi a tutti, militanti di destra e sinistra: e quella contestazione divenne così bipartisan.

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