domenica 5 maggio 2013

POST-CATTOLICI. ALDO GRASSO, Le «sigille» del San Raffaele e il senso perduto della carità, IL CORRIERE DELLA SERA, 5 maggio 2013


Ora dovrebbero uscire discretamente di scena

Era stato facile profeta don Luigi Verzé nel vergare il suo testamento: «Io di mio non lascio niente, perché di mio non ho mai avuto niente. Lascio problemi». Sull'eredità materiale sta ancora indagando la magistratura, su quella spirituale vegliano le Sigille. Le quali devono aver preso alla lettera il testamento perché hanno creato un problema grosso come una casa, anzi come un'università.




Da mesi c'è un braccio di ferro tra le accolite di don Verzé, le Sigille Raffaella Voltolini e Gianna Zoppei, e i nuovi vertici dell'ospedale, tenuti fuori dal cda dell'ateneo. Un contrasto che ha portato la proprietà del San Raffaele a non rinnovare la convenzione con l'università. Il Miur ha bloccato nuove immatricolazioni e nuovi contratti di formazione specialistica. Venerdì è dovuto intervenire il ministro Maria Chiara Carrozza per trovare una soluzione per l'università Vita-Salute San Raffaele di Milano e scongiurare la paralisi.
Ma chi sono le Sigille? Gli studenti in sciopero le hanno soprannominate le «vedove di don Verzé», le «sconsolate», ma al vertice dell'università ci sono ancora loro. La confraternita gnostica del suggello ricorda più le storie di Il Trono di Spade o di Da Vinci's Demons che i sette sigilli dell'Apocalisse. Come spesso succede, quando il guru («il guardasigille») scompare gli affiliati non praticano la carità in cui credono, ma la carità in cui credono di dover credere.
Don Verzé aveva fondato l'Associazione Sigilli, racchiusa nel motto evangelico «Andate, insegnate, guarite!», reclutando persone interamente dedite all'Opera. L'obbligo era quello del celibato, meglio del nubilato, visto che erano soprattutto donne quelle che vivevano con lui in Cascina.
Se il San Raffaele resta un ospedale di prim'ordine, frutto della generosa, straordinaria visionarietà del sacerdote, i drammi che hanno accompagnato la sua morte (ammanchi, tangenti, debiti, suicidi) avrebbero dovuto consigliare alle Sigille un'uscita di scena più discreta, più cristiana. La carità non cerca mai il suo interesse. «Andate, insegnate, guarite!». Andate, soprattutto. Prima che qualcuno metta i sigilli all'università del San Raffaele.

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