martedì 12 novembre 2013

COREA DEL NORD. SISTEMI POLITICI E MEZZI DI COMUNICAZIONE DI MASSA. GUIDO SANTEVECCHI, Ottanta esecuzioni in Corea del Nord: vedevano la tv del Sud, IL CORRIERE DELLA SERA, 12 novembre 2013

Tra le accuse anche il possesso di Bibbie















PECHINO - I capi d’imputazione: in qualche caso aver guardato la televisione sudcoreana; in altri diffusione di materiale pornografico; prostituzione; anche il possesso di una Bibbia. Per questo ottanta nordcoreani sarebbero stati giustiziati il 3 novembre in sette località della Corea del Nord.
La notizia è stata data da Joong Ang Ilbo , un giornale conservatore di Seul. E non è verificabile. Il quotidiano cita informazioni raccolte tra i fuggiaschi nordcoreani. Sono mesi che circolano voci e rapporti su esecuzioni di gruppo a Nord del 38° parallelo, in quello che viene chiamato il Regno Eremita dominato da Kim Jong-un, dittatore, figlio e nipote di dittatori.
Secondo queste voci l’esecuzione degli ottanta condannati è avvenuta in pubblico: nella città orientale di Wonsan le autorità hanno radunato 10 mila spettatori allo stadio per la fucilazione di un gruppo di otto uomini e donne, avvenuta a raffiche di mitragliatrice. Si può credere che un regime apparentemente folle, che minaccia ricorrentemente il mondo di «guerra termonucleare», fa test di missili balistici, provoca esplosioni nucleari sotterranee, fucili ottanta civili perché guardavano la tv sudcoreana e leggevano la Bibbia? Sappiamo pochissimo di Kim Jong-un e dei suoi piani. La maggior parte delle informazioni vengono da fuggiaschi e dalla sorveglianza satellitare degli americani. E poi c’è l’intelligence della Corea del Sud.
All’inizio dell’anno l’Onu ha istituito una commissione speciale sugli abusi dei diritti umani al Nord. E ha ascoltato testimonianze raccapriccianti, come questa di Shin Dong-hyuk, 30 anni, rifugiato a Seul. Racconta di essere nato in un campo di «rieducazione», uno dei lager nei quali sono concentrati decine di migliaia di civili puniti dal regime: «Ho visto impiccare mia madre e mio fratello, perché avevano progettato di fuggire e li avevano scoperti. Avevo 14 anni. Che cosa ho provato? Niente, succedeva spesso». Gli investigatori dell’Onu gli hanno chiesto com’era stata scoperta la madre. Shin Dong-hyuk ha risposto: «L’avevo denunciata io, in cambio di cibo. E ora che ci penso qualcosa ho provato quando l’impiccavano: sollievo perché io ero vivo e rabbia perché avrebbero potuto punire anche me». Di fronte a tanto orrore che sembra incredibile il fuggiasco è stato sottoposto anche alla macchina della verità: ha passato la prova sette volte.
I satelliti occidentali, oltre a inquadrare i siti nucleari e missilistici del Nord hanno ripreso dallo spazio i lager dove si presume che siano stati rinchiusi tra i 150 e i 200 mila nordcoreani. Ultimamente il regime ha ristrutturato questo arcipelago gulag, chiudendo due campi. E studiando le immagini dei satelliti, cercando di decifrare la concentrazione di «punti umani», incrociando i dati con i ricordi dei profughi, gli analisti hanno osservato che la popolazione dei reclusi si è ridotta. Nel campo 22 c’erano 30 mila prigionieri, sembra che 7-8 mila siano stati rilasciati. Ne mancano all’appello 20 mila. Forse liquidati.

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