mercoledì 15 gennaio 2014

MENTRE RENZI FA IL BLUES BROTHERS A ROMA. S. INNOCENTI, Infiltrazioni della camorra, sei arresti Due ditte lavoravano anche per gli Uffizi, IL CORRIERE FIORENTINO, 15 gennaio 2014

Le imprese edili legate al clan percepivano parte dei guadagni derivanti dall'emissione delle fatture false. La base in Valdarno



FIRENZE - Hanno eseguito lavori di ristrutturazione in subappalto anche al polo museale degli Uffizi per un importo di diverse centinaia di migliaia di euro due delle ditte finite nel mirino della Finanza nell'ambito dell'inchiesta che ha portato all'arresto di sei persone legate al clan dei Casalesi con l'accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso. Secondo le accuse, le società edili avrebbero ristrutturato anche alcuni edifici molto importanti tra cui la villa di Sting e il Gambrinus, totalmente estranei alla vicenda.
COME OPERAVANO - Le due ditte, dal 2007 al 2012 secondo quanto accertato grazie alla collaborazione di società «cartiere», cioè produttrici di fatture false, hanno evaso imposte per 3,1 milioni di euro. Grazie ai vantaggi economici ottenuti dall'evasione le due ditte con sede a San Giovanni Valdarno potevano presentarsi sul mercato con prezzi più bassi rispetto alle altre società garantendosi l'aggiudicazione di subappalti nell'ambito di lavori pubblici dove i committenti erano all'oscuro di avere a che fare con ditte legate alla Camorra. I lavori, secondo quanto appreso, venivano sempre peraltro eseguiti rispettando gli standard qualitativi richiesti.

IL RUOLO DEI PRESTANOME - Le due società edili toscane coinvolte nell'inchiesta fiorentina sull' emissione di fatture false per operazioni inesistenti e vicine al clan dei Casalesi, la Ggf costruzioni e la Pdp costruzioni, erano intestate a prestanome, incensurati, in modo da ottenere la certificazione antimafia richiesta per l'espletamento di lavori pubblici. Di fatto erano gestite da Giovanni Potenza, 62 anni, arrestato nell'ambito dell'inchiesta, in passato legato alla nuova camorra organizzata e condannato in primo grado nel 2007 per associazione a delinquere di stampo mafioso. Le due aziende evadevano le imposte grazie alla creazione di costi fittizi, avvalendosi della collaborazione di otto società cartiere con sede in Campania ed in provincia di Modena, riconducibili a tre prestanome, due dei quali legati al clan dei Casalesi. Secondo quanto accertato, dal 2007 al 2012 hanno emesso fatture false per oltre 10 milioni di euro. Le fatture venivano effettivamente pagante dalle due aziende edili toscane. I pagamenti venivano restituiti in un secondo momento in contanti o attraverso assegni circolari. Parte del denaro, il 4% del valore delle transazioni, veniva corrisposto dalle società cartiere a esponenti del clan dei Casalesi. I titolari di queste società e delle due ditte edili sono stati arrestati questa mattina dalla finanza. Tra i beni sequestrati, per un valore di 11,3 milioni di euro, 30 immobili nelle province di Arezzo e Caserta, 14 terreni in provincia di Arezzo, 17 veicoli, 27 rapporti bancari e postali, oltre a quote di quattro società con sede in Toscana e Campania.

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